L'emozione dell'Avvocato
E l'Avvocato a quel punto se ne va. Lo racconta Evelina Christillin a Tuttosport molti anni dopo: "Per la prima volta nella mia vita, l’ho visto troppo emozionato per seguire i calci di rigore. Abbandonò? la tribuna per andare nel salone dell’accogl ienza e li? attese la fine, tesissimo. Il che fu davvero strano". Il cinico e ironico Gianni Agnelli sopraffatto dalle emozioni. Forse questo, più di ogni altro ragionamento o iperbole descrittiva, racconta cosa esattamente cosa è stata la finale di Roma per il popolo juventino, quella Coppa dei Campioni alzata nel cielo dell'Olimpico dopo l'ultimo glaciale rigore di Jugovic, il cui sorriso giocondesco, catturato dalla tv nell'attimo antecedente al tiro, regala ancora i brividi a generazioni di bianconeri.
L’Avvocato torna in tribuna dopo quel tiro, dopo l’urlo dello stadio, in tempo per il delirio degli uomini blustellati (quella seconda maglia è tuttora considerata la più bella casacca di riserva della storia juventina) e per vedere Vialli alzare la Coppa. Ricorda Christillin: "Insieme all’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Torino, è stata forse la più grande gioia dell’Avvocato. Non era tipo da lasciarsi trasportare dalle emozioni, ma quella volta aveva una vibrazione nella voce, che trasmetteva una gioia profonda. Era un trionfo che si stava godendo". E insieme a lui, esattamente come lui, milioni di altri tifosi juventini.