Ti aspettavi una simile crescita di Bremer?
"Che lui fosse un difensore forte lo sapevo. Può giocare uno contro uno, è veloce, non ha paura del duello, sa marcare... Fino all’anno scorso però aveva dei momenti di vuoto che ora sembra non avere più, quindi ha trovato la qualità fondamentale per un difensore: la continuità, perché non sta sbagliando praticamente nulla. Ora non deve perderla perché è fondamentale: è quella che fa la differenza tra un ottimo difensore e un grande difensore".
Chi ti piace di più dei tre centrali dell’Inter?
"Acerbi è quello che, secondo me, è arrivato al pieno della sua maturità: affidabile, di personalità, sempre in partita. Anche Bastoni è in crescita evidente ed è il giocatore perfetto per questa Inter, data la sua capacità di palleggio e la personalità che non gli manca. Ma ha ancora margini di miglioramento".
Nedved diceva che il centrale matura veramente a trent’anni per come si è evoluto il ruolo.
"Diciamo che, al di là delle qualità tecniche personali, il livello di lettura delle situazioni cresce con l’età. Il grande difensore deve accumulare errori e situazioni, immagazzinarle nel suo chip e questo, a un certo punto, gli consente di acquisire serenità e capacità di gestire ogni situazione. Negli ultimi anni io vedevo Giorgio e Leo che, nelle partite un po’ più facili, si potevano permettere di giocare solo di lettura, posizionandosi bene. Ovvio, se poi c’era un attaccante più pericoloso, uno con i colpi, allora cambiavano modalità e diventavano molto più attivi nello scontro".
Cos’è la cosa più bella capitata al campionato?
"Guarda, ce ne sono tante. Prima: la battaglia fra Inter e Juve che può diventare appassionante. Seconda: la lotta per la retrocessione con le tre neopromosse che in questo momento sarebbero salve, il che dimostra la preparazione di allenatori e società. Terza: mi ha stupito in modo positivo il ritorno di Di Francesco, che ha avuto coraggio a rimettersi in gioco con il Frosinone, squadra giovane ma costruita bene. Quarta: Palladino e Gilardino che stanno confermandosi bene. Quinta: la conferma di Italiano come grande allenatore e di Thiago Motta, che mette nel Bologna la sua enorme intelligenza calcistica".
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