Riesci a ricordarti quello che hai studiato quando sei nel pieno della trance agonistica della partita?
"Sì, a volte ti viene naturale, se vedi molti video e ti ritrovi in una situazione sai che devi portarlo sull’altro piede, ci pensi e lo fai. Poi ci sono dei giocatori che anche se conosci quella mossa, loro ci riescono lo stesso, perché il gesto di un campione è sempre perfetto".
L’arte di difendere si può insegnare? Tu ti sentiresti di essere un maestro di difensori?
"Sì. E sarebbe il caso di insegnarla. Sono di quelli che vogliono l’insegnamento della marcatura ai ragazzi. Marcare è una cosa difficile e faticosa, dà molte responsabilità, ma se insegni a un ragazzo a marcare, a usare le braccia, il corpo e le traiettorie, non ti preoccupare che saprà sempre giocare a zona, ma lo farà sapendo marcare, che è fondamentale. Perché se ti dicono: 'marca' e non sai marcare... l’è dura. Ci sono sempre meno marcatori puri, il ruolo si evolve, molti ora guardano solo la palla e sono abilissimi, ma se sai marcare è un aiuto in più e lo si deve insegnare ai ragazzi".
Nella tua nuova vita di commentatore di Dazn incroci spesso con Allegri, tuo allenatore per molti anni e anche amico. Com’è interagire con lui in tv? Capisci quello che vuole dire veramente quando fai i suoi giri di parole? Hai una specie di traduttore automatico nella testa?
(ride): "Quelle interazioni televisive sono molto formali, quando siamo insieme senza microfoni parliamo più liberamente. In tv a volte non risponde neanche alla mia domanda, ma parte con i suoi concetti. Anche perché oggi gli allenatori usano tutte le uscite pubbliche per mandare messaggi: agli avversari, alla società o alla squadra stessa, per ribadire la direzione o la linea. In questo Max è molto bravo, forse il più bravo di tutti. E quest’anno è davvero molto lucido, con quel gusto per il sarcasmo sempre voluto e calcolato".
Se la Juventus perde a San Siro è finito il campionato?
"No, non è finito, però dai una spinta notevole all’Inter, un turbo alla consapevolezza, si sentirebbe veramente forte. Poi, per carità, il campionato non finisce lì, perché non puoi pensare di gestire fino all’ultima giornata, soprattutto con la Champions di mezzo, ma se vincesse l’Inter l’impatto sulla classifica e sulla condizione psicologica di entrambe le squadre sarebbe forte. Così come se vincesse la Juventus, darebbe una spallata poderosa all’umore del’Inter. Non è una partita che 'decide' il campionato, ma che ne può cambiare gli equilibri e inciderà sullo stato psicoemotivo delle due squadre. Il pareggio, secondo me, è più favorevole alla Juventus, perché significherebbe rimanere lì e togliere all’Inter la possibilità di distanziare la Juventus, in una partita con tutto il pubblico dalla tua parte. Anche andando a -4 con la partita da recuperare dell’Inter, la Juventus resterebbe attaccata e potendo preparare una partita a settimana. L’Inter ha la Champions".
Carnevali sul calcio italiano: "Fateci lanciare i giovani o si resta fermi"