La partita è aperta
Certo, alcuni punti cardine dell’attacco della Superlega al sistema Uefa, sono stati confermati in modo molto efficace da Szpunar che prima sfila all’Uefa lo scudo dell’articolo 165 e poi la infilza con l’accusa di aver concentrato troppi poteri al punto da creare palesi conflitti di interesse, che Ranthos aveva mascherato con l’ideale difesa del modello europeo dello sport contro il bieco business della Superlega. Il problema sembra ruotare intorno a cosa si ritiene che sia l’Uefa: per la legge è un’associazione privatistica (e così la tratta Szpunar), un soggetto privato che persegue obiettivi di natura economica. In una visione più romantica è il custode dei valori del calcio europeo (cosa che per Szpunar potrebbe continuare a essere, senza tuttavia mantenere al suo interno tutti quei poteri che creano conflitto). Impossibile prevedere come sentenzierà la Corte, che potrebbe farsi aspettare un po’ più del previsto. In molti avevano indicato in marzo/aprile i tempi per il giudizio sulla Superlega. Ora si mormora che potrebbe arrivare in giugno/luglio, per non turbare la stagione sportiva in corso e, chissà, per arrivare in concomitanza con la sentenza sul caso Anversa. Al di là della data, dopo il parere di Szpunar, la partita è quanto mai aperta.