La passata stagione è stata molto complessa, ma nel 2024 Matteo Berrettini è tornato a dimostrare tutto il suo valore e in Coppa Davis vuole indossare i panni del protagonista e non più quelli del primo tifoso: “L’anno scorso l’ho vissuta un po’ da fuori. Ho lavorato veramente tanto per essere di nuovo a disposizione. Abbiamo la squadra più densa, quindi la scelta del capitano è molto complessa, ma spero e credo di essermela meritata. L’obiettivo è quello di difendere il titolo. Un match alla volta, una partita alla volta. La coppa Davis è una competizione particolare”. Ai microfoni di Sky Sport il tennista romano presenta così gli appuntamenti di Bologna dove non ci saranno Sinner e Musetti.
Berrettini: "Ecco cosa ruberei a Sinner"
E proprio sul fresco campione a Flushing Meadows, Berrettini si esprime così: "Qualche anno fa ci avrebbero detto siete pazzi, è impossibile. Il leader di questo movimento è Jannik, che ha appena vinto un altro Slam. È il numero uno al mondo, non so quanti mila punti abbia in più del secondo. Mi avevano chiesto a luglio, chi vincerà US Open? Ho risposto Jannik, perché oggettivamente, quando entra in un torneo, è il favorito. È impressionante, noi cerchiamo di seguirlo, di fare il nostro meglio. Essere qui con tutti i ragazzi giovani, da Musetti a Cobolli, che ho visto nascere quasi, è veramente bello ed emozionante. È grazie a loro se sono qui di nuovo, quello che ho vissuto l’anno scorso mi ha dato un’energia grandissima per tornare", Qualcosa da rubare al numero 1 del mondo? Matteo risponde: "Ci sono tante cose che ruberei a Jannik. Una su tutte, la dedizione al lavoro, la capacità di volersi sempre migliorare. È arrivato nell’élite del tennis giovanissimo e non si è mai voluto fermare, e se lo si sente parlare è sempre rivolto al futuro, questa è una qualità che hanno i grandissimi. Quel tipo di approccio lì è un po’ innato e un po’ ci si lavora; quindi, sto cercando di fare lo stesso, di continuare a spingere, continuare a trovare degli obiettivi, sentire degli stimoli importanti. Non si parla solo di classifica o tornei, ma gioia nel migliorarsi“.