Il trionfo a New York
Jannik toglie la ruggine dagli ingranaggi a Montreal, pur cedendo a Rublev. Si vendica di Andrey a Cincinnati dove conquista un altro 1000. E poi la cavalcata trionfale di Flushing Meadows, un crescendo costante, mostrando ogni volta, la capacità di vincere pure non giocando al meglio, ma elevando il livello in ogni punto importante, fondamentale. La caratteristica del fuoriclasse. Sinner è stra ambizioso, ma non pare ancora un ossessionato dalla vittoria, dice aperto che nella vita c’è pure altro e che l’ha capito meglio in questi mesi. Eppoi la sua correttezza e semplicità piace a tutti i colleghi. In un circuito così verticistico, tanti sono gli amici veri. Nessuno infatti ha sollevato dubbi sul caso doping risolto. Tutte le qualità sommate fanno pensare che il regno di “Jannik I” possa essere lungo e solare, una monarchia illuminata. E se ci fate caso, non abbiamo parlato del suo tennis scoppiettante, arricchito da variazioni. Siccome il servizio è l’unico colpo su cui l’avversario non incide, nonché migliorabile col lavoro (ricordate Djokovic), ebbene il meglio deve ancora venire.