Una stagione difficile
Primo esame extra campo: la notizia della nuova relazione con Anna Kalinskaya, che mette Jannik al centro del gossip. E poco dopo il secondo esame, quello fisico, un infortunio all’anca che preoccupa. Ma soprattutto la capacità di celare il problema maggiore, la positività (in quantità infinitesimale, chiaramente involontaria vista al percentuale). Mesi di ansia, che possono incidere anche sui malanni ricorrenti alla gola. Tornei saltati per l’infortunio: Roma compresa, che anelava l’arrivo. Nel mezzo un furto subito in campo, punto e semifinale concessi dal giudice a Tsitsipas a Montecarlo. Ma al Roland Garros è incornato re, nonostante la sconfitta in una combattutissima semifinale contro Alcaraz, il duellante del presente e del futuro. Più sanguigno e discontinuo di lui. In questo caos Sinner dimostra di essere il n. 1 destinato a durare. Testa sempre lucida e non soltanto in campo. Controllo delle emozioni, senza lasciarle trasparire all’esterno. Cede nei quarti a Medvedev sui prati di Wimbledon dopo aver alzato la Coppa sull’erba di Halle. Deve saltare i Giochi di Parigi che voleva assolutamente. Ma osservando la bollitura dei big post Olimpiade, forse è stato un bene. Certo, ha avuto l’effetto di un ricostituente l’assoluzione piena nel caso Clostebol. Anche se per l’incidente Sinner decide di salutare due membri del super staff, il preparatore Ferrara e il fisio Naldi, professionista che gli aveva messo a posto la caviglia infortunata nel 2022.