Juventus 1976-77: la più forte di sempre?
Infine va a ritirare il diciannovenne Cabrini dall’Atalanta, dove l’aveva parcheggiato dopo averlo preso dalla Cremonese la stagione precedente. Nasce così la Juventus del 1976-77, con due scambi e un innesto giovane. Nasce una delle Juventus più forti di sempre, in grado di vincere il campionato con 51 punti su 60 (23 vittorie, 5 pareggi, 2 sconfitte) e il suo primo trofeo europeo, la Coppa Uefa, nell’epica finale con l’Atletico Bilbao, sotto il diluvio nella “Catedral del San Mamés”. Trapattoni è il geniale architetto di una squadra tremendista sotto il profilo atletico, ma che con la coppia Bettega-Boninsegna, alimentata da Causio e Cabrini, ha una potenza di fuoco offensiva micidiale.
Una squadra nella quale emerge un centrocampista totale come Tardelli e un libero straordinario come Scirea. Una squadra nella quale prende corpo lo scheletro della Nazionale campione del mondo del 1982. Il calcio di Trapattoni è un calcio di precisa divisione dei compiti, una base solida sulla quale far emergere il talento dei singoli, un calcio taylorista, come lo definisce qualcuno, citando l’organizzazione scientifica del lavoro di Frederick Taylor e parlando addirittura delle due fabbriche degli Agnelli, Mirafiori da una parte, la Juventus dall’altra.
È, senza dubbio, un calcio efficace: in un decennio vince sei scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa Europea, una Intercontinentale, praticamente tutto quello che c’era da vincere. Compreso, volendo, il Mondiale del 1982. Trapattoni, arrivato da scommessa nel 1976, lascia dieci anni dopo da allenatore più vincente d’Italia e sull’onda di una fama mondiale. Lo ingaggia l’Inter di Ernesto Pellegrini al quale, tuttavia, Trapattoni non fa scrivere la cifra sul suo contratto. Questa volta la mette lui.