Caso Sinner, il riepilogo
Il 20 agosto, l'International Tennis Integrity Agency (ITIA) - l'agenzia mondiale antidoping per lo sport - ha annunciato che Sinner era risultato positivo due volte al clostebol, uno steroide anabolizzante vietato. Dopo le verifiche sul caso, lo stesso organo aveva ritenuto che Sinner non avesse "nessuna colpa o negligenza" per quei test positivi, accettando la sua spiegazione secondo cui era stato contaminato da uno spray curativo acquistato dal suo fisioterapista, Umberto Ferrara. Sabato 28 settembre, l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha presentato ricorso contro la sentenza richiedendo “un periodo di squalifica compreso tra uno e due anni”. L'ITIA ha accusato Sinner di aver violato l'articolo 2.1 e l'articolo 2.2 del Programma antidoping del tennis. L'altoatesino ha spiegato quanto accaduto con lo spray curativo utilizzato dal suo fisioterapista contenente clostebol. Questa la dinamica: il fisioterapista di Sinner, Giacomo Naldi, si è tagliato la mano e poi ha usato lo spray su quel taglio. Naldi ha poi effettuato dei massaggi su Sinner, che hanno portato alla contaminazione transdermica con la sostanza. Il tribunale ha accettato la versione dei fatti di Sinner pur trattenendone il premio in denaro, i risultati e i punti in classifica di Indian Wells.
Sinner, Kyrgios ancora all’attacco
Cosa accadrà?
Due gli interrogativi che restano: cosa significa “nessuna colpa o negligenza” e perché a Sinner è stato permesso di continuare a giocare? Nel primo caso, la frase fa parte del quadro dell’ITIA per valutare e perseguire le violazioni antidoping e viene presa in considerazione quando un giocatore ha dimostrato con successo di non essersi dopato intenzionalmente. Nel secondo bisogna chiarire che Sinner ha ricevuto una sospensione provvisoria dopo ogni test positivo per clostebol. Tuttavia, gli atleti hanno il diritto di ricorrere in appello contro queste sospensioni provvisorie e Jannik ha dimostrato immediatamente che il suo allenatore aveva acquistato lo spray curativo contenente clostebol. Tali decisioni hanno permesso a Sinner di continuare a giocare mentre le autorità portavano avanti un'indagine completa. Ma è proprio sul “nessuna colpa o negligenza” che la Wada ha voluto approfondire facendo ricorso alla decisione del tribunale. Una scelta che per molti tennisti, da Djokovic ad Alcaraz, non è passata come una bella prospettiva per il tennis. Quando Sinner difenderà il suo Australian Open a Melbourne a gennaio, probabilmente starà ancora aspettando di sapere quando, e se sarà squalificato. Cosa succede adesso? Si attendono ulteriori sviluppi, la Wada chiede da uno a due anni di squalifica, Sinner è al lavoro per dimostrare ulteriormente la sua innocenza.