Sinner e la vicenda doping
Jannik ha passato un periodo difficile per la nota vicenda della positività al doping e della sentenza che lo ha riconosciuto innocente. Cosa ne pensa?
«Non deve essere stato facile gestire questi mesi in attesa della decisione. Il tema è delicato ma lui e i suoi avvocati hanno saputo dimostrare subito le cause dell’accaduto. Il fatto che l’ufficialità sia arrivata quando il circuito è in America credo lo abbia favorito. Negli Usa amano lo show e tutto è più ovattato. Il pubblico lo ha sostenuto fin dai primi allenamenti e partita dopo partita Jannik è tornato a sorridere dopo le prime due sfide nelle quali era evidentemente contratto e bloccato, più mentalmente che fisicamente. Ha dimostrato di possedere una grande forza mentale perché ha continuato a giocare e vincere in questo periodo per lui strano, addirittura salire al primo posto del ranking».
Spazio a Lagnasco anche per ricordi personali di Emilio legati all’Italia. Quali i più importanti?
«Ho sempre amato molto il vostro Paese e ho una moglie italiana. Mi sono sempre sentito come a casa e anche in questi giorni ho provato le stesse emozioni».
E le emozioni nel tennis e nello sport fanno la differenza. Un siparietto scherzoso?
«Siamo una famiglia di tennisti e sportivi. Inizialmente la più piccola di famiglia, Arantxa, era conosciuta come la sorella di Emilio. Da quando ha vinto il Roland Garros sono diventato io agli occhi del mondo del tennis…il fratello di Arantxa».
Quale il più grande insegnamento che le è giunto dal tennis e cerca di trasferire agli allievi?
«Imparare a perdere. Aiuta a crescere, come sportivi e come persone. Il tennis è la perfetta metafora della vita».