Il suo storico numero 11 è adesso in buone mani, visto che campeggia sulle spalle di Romelu Lukaku. Da un bomber all’altro: vent’anni fa di questi tempi Aurelio De Laurentiis progettava, infatti, il suo primo grande colpo di mercato. Assicurarsi il capocannoniere della Serie B Emanuele Calaiò, strappato poi nel gennaio 2005 al Pescara per 4 milioni e riportare il Napoli nel calcio che conta. Detto, fatto. Grazie ai 44 gol dell’Arciere i partenopei nel giro di 3 anni e mezzo volano dall’inferno della Serie C a sfidare il Benfica in Europa League. L’inizio di un ciclo fantastico che prosegue tuttora.
Questo Napoli può restare in testa fino alla fine? «Per me si. L’Inter sulla carta parte favorita, ma i nerazzurri li vedo più concentrati sulla Champions quest’anno. Un fattore che potrebbe costare qualche punto alla squadra di Inzaghi; mentre gli azzurri hanno il vantaggio di poter pensare solo al campionato. Senza le coppe e con un condottiero come Conte in panchina lo Scudetto è davvero possibile per il Napoli».
Con l’allenatore salentino la formazione azzurra sembra rivitalizzata… «Condivido. L’effetto Conte si è fatto sentire subito, dando grande solidità alla squadra. Il vero salto di qualità con Antonio è stato nell’impatto mentale avuto sui giocatori, che per otto undicesimi sono gli stessi della scorsa disastrosa stagione».