Pagina 4 | Pogba replica a Motta: “Mi ha fatto molto male, ma non credo la pensi così”

"Non ho mai assunto farmaci che migliorano le prestazioni. Sono persona onesta, non un imbroglione. Sono un pessimo perdente, ma non sono un imbroglione". Sono le parole di Paul Pogba, in un'intervista concessa a Sky Sport News, sulla squalifica di quattro anni per doping, poi ridotta a 18 mesi: una riduzione che gli permetterà di tornare a giocare a marzo. Il centrocampista francese si è soffermato sul periodo complicato vissuto dopo la squalifica: "Siamo tutti umani, abbiamo tutti dei sentimenti. Ti dico che quando è arrivata la squalifica, ho capito davvero cosa sia la vita" ha spiegato l'ex Manchester United

Pogba e la riduzione della squalifica

Poi, sulla riduzione della squalifica: "Mia moglie corre di sopra con il mio telefono urlando “è l’avvocato, è l’avvocato”. Ho detto che lo avrei semplicemente richiamato ma lei ha detto che dovevo rispondere alla chiamata. Così sono andato di sotto per parlargli al telefono con la tuta addosso!. Mi ha raccontato la notizia e io sono rimasto in silenzio. Tutti saltavano, erano così felici ma io ero sotto shock. Ben presto quella felicità si trasformò in determinazione. Abbiamo attraversato l'inferno. Un tempo di oscurità. Ma questa è la mia seconda possibilità, devo sfruttarla. Ero entusiasta". 

Pogba: "Sono una persona diversa"

Pogba ha poi aggiunto: "Quando le persone sentono parlare di doping è come se pensassero che tu voglia diventare l'incredibile Hulk. È così che la gente mi vedeva. Ora sono cresciuto tantissimo, oggi sono una persona diversa. Mi accusano di doping? Ho subito iniziato a pensare: cosa ho mangiato? Che crema ho usato? Volevo che la Juventus fosse un reset per me. E poi è successo questo. Perché io? Volevo solo giocare a calcio. Non eravamo pronti per queste cose. Stava arrivando tutto in una volta. A un certo punto crolli e basta".

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Pogba e la squalifica per doping

Pogba ha rivelato poi le emozioni provate per il caso doping. "Quando ho scoperto di aver fallito il test antidoping è stato davvero scioccante, perché non sapevo cosa lo avesse causato e mi sono chiesto cosa stesse succedendo o se avessi sbagliato qualcosa, riavvolgendo il nastro per cercare di capire se avessi magari mangiato qualche cibo particolare. Dopo ho pensato che questo fosse davvero troppo, specialmente dopo tutti gli infortuni e le altre vicende che ho passato. Ho cominciato a parlare con Dio perché ho pensato fosse l'unico davvero in grado di aiutarmi. Ho sicuramente ricevuto tanti messaggi e sostegno, dai miei amici e ovviamente da mia moglie, passando molto tempo con lei e con i miei figli, cosa alla quale non ero abituato. Devo dire che questo situazione mi ha permesso di vedere i miei figli crescere, di essere un bravo padre e di passare del tempo con la famiglia che certamente mi ha aiutato a rialzarmi".

Pogba: "Sono stato davvero male"

Il francese ha confessato: "In alcuni giorni sono stato davvero male, è stato sicuramente un momento difficile. Pensando a quello che è successo non mi spiegavo il perché, ma questo mi ha aiutato a crescere come uomo, imparando un'importante lezione di vita sulla fiducia. Ho pensato che la mia carriera fosse finita. Mi è venuto in mente, ma non mi sono mai rassegnato o arreso. Mia moglie mi ripeteva che sarei tornato a giocare di nuovo, che avrei superato tutto, spingendomi ad avere una grande forza mentale".

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Sulla Juventus

Il francese ha parlato anche a ESPN, soffermandosi sulla Juventus: "Voglio giocare per la Juventus, sono pronto a tagliarmi lo stipendio per farlo. Voglio parlare con Thiago Motta, voglio dimostrargli che sono ancora un grande giocatore. Di sicuro sarò un nuovo new Pogba. Questo è certo. E sarò anche migliore della mia versione precedente, più affamato e più determinato. Ora mi sento come un bambino che vuole diventare di nuovo un calciatore professionista. Questo è quello che mi motiva ora. Ho pensato al ritiro quando mi è stata data la squalifica. Dovevo e dovrò essere più attento. In questo momento sono alla Juventus, non sappiamo davvero cosa sta succedendo. Tutte le parti stanno parlando, avvocati, ecc. Quindi voglio sapere cosa succederà dopo. Ma il mio obiettivo principale in questo momento è solo prepararmi. Continuo ad allenarmi e tutto il resto".

La Champions e l'anno difficile

"Chi vincerà la Champions? Spero la Juve. Ha un 1% di possibilità, come tutte le squadre. Rischio di cadere in depressione? È stato un anno molto difficile, la cosa che mi ha fatto più male è stato passare tutti i giorni davanti allo stadio e alla Continassa per accompagnare i mie figli a scuola senza poter entrare ad allenarmi o giocare con la Juventus. Mi sono sentito come un leone in gabbia. A un certo punto volevo andare via dall’Italia con la famiglia perché mi faceva troppo male al cuore questa situazione" ha aggiunto Paul.

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Mourinho, obiettivi e sogni

"Mourinho? La nostra relazione era come quella di un fidanzato e una fidanzata, ci lasciavamo e ci riconciliavamo continuamente. È iniziata alla grande, lui è stato uno dei motivi per cui sono tornato a Manchester perché gli ho parlato e mi ha convinto a tornare. Non so perché si è trasformato in un incubo e abbiamo litigato. Eravamo in disaccordo, come fanno a volte allenatori e giocatori. Ma c’è molto rispetto da parte mia nei suoi confronti. Se lo vedo domani, lo saluto con un grande abbraccio! Ma un giorno dovremo sederci insieme e discuterne” ha detto Pogba, al Daily Mail, su Mourinho. Sul futuro: "Ho obiettivi e sogni: il mio sogno è sempre stato quello di giocare per la nazionale ed è ancora nella mia testa. Ma oggi il futuro di Paul è tornare in campo. E dimostrare di essere ancora al livello, un Pogba che torna con più fame e ancora più amore per il calcio, pronto a dare tutto. Il calcio non si è fermato perché non posso giocare; i giocatori stanno giocando, questa è la vita: questo è il cerchio. Tutti i giocatori diranno “Pogba è tornato, non voglio che prenda il mio posto”".

Pogba, la Juve e la Francia

Pogba ha parlato anche a RMC Sport, dichiarando: "So i miei piani futuri? No, per il momento no. Il mio obiettivo oggi è allenarmi, mantenermi in forma, prepararmi per gennaio. Questo è tutto. Della Juve, ovviamente, ne parleremo nelle prossime settimane. Ma per ora sono ancora sotto contratto con la Juventus. Il mio desiderio è solo tornare, tornare in campo e fare ciò che amo di più al mondo. PSG o Marsiglia? Mi ripeterò. Sono ancora sotto contratto con la Juventus, quindi è vietato parlare con altri club. Oggi, come ho detto, il mio focus è sull’allenamento, sulla forma fisica e semplicemente sullo stare in campo. Dopo vedremo cosa ci dirà il futuro". Sul ritorno in Nazionale francese: "Certo, è un obiettivo. È sempre stato un sogno per me giocare per la nazionale francese. Sono passati anni da quando me ne sono andato. Devo essere pronto anche per quello. Devo meritarmi di nuovo il posto. E farò tutto il possibile per tornare, ovviamente".

"Mi ha fatto molto male"

Dall’esplosione di Yamal al rapporto con Thiago Motta, Pogba ha anche parlato di tanto altro in un’intervista all’Equipe. “Sono felice per Lamine, anche se sono meno felice per il gol che ha fatto alla Francia nella semifinale dell’Europeo, ma è un qualcosa di buono per il calcio. È il sogno di tutti fare quello che ha fatto lui”. Sul capitolo Francia: “Non bisogna essere necessariamente in qualche club europeo per giocare in nazionale”. Una risposta  anche a Thiago Motta, che parlò di lui al passato remoto, come un ex giocatore Juve: “Un’affermazione che mi ha fatto male. Significa che sono finito, che non sono più un giocatore e che la mia carriera è finita. Non credo che lui la pensi davvero così, presto ci incontreremo e ne parleremo”.

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Pogba resta alla Juve? La posizione del club

Il direttore di Tuttosport Guido Vaciago ha chiarito, in seguito alle dichiarazioni rilasciate da Paul Pogba, qual è la posizione della Juve: "Cos'è questa storia di Pogba? Torna davvero a giocare alla Juve? Lui sembra esserne convinto, la Juve un po' meno. Perché Pogba ha riunito a Parigi un po' di giornalisti per condere delle interviste e il succo è: a marzo quando scade la squalifica voglio di nuovo vestire la maglia della Juve e restare anche a costo di abbassarmi l'ingaggio, anche a costo di abbassarmi l'ingaggio. Ma il desiderio rimarrà desiderio, perché la situazione non è cambiata rispetto a qualche settimana fa quando il Tas gli ha accorciato la squalifica. La Juve non sapeva neanche delle interviste. Non erano autorizzate, sono state una iniziativa personale di Paul. E soprattutto la Juve lavora con i suoi avvocati alla rescissione del contratto per giusta causa: la condanna per doping lo è".

"E tutt'al più sta cercando la soluzione più morbida rispetto al licenziamento in tronco, ma certamente non prevede il suo rientro in squadra. Anche perché permangono molti dubbi sulle sue condizioni e sulle reali possibilità atletiche. E perché allora Pogba parla così? Forse lui ci spera, forse non ha capito che con la Juve si è rotto qualcosa da tempo e per molte ragioni. Dalla scelta di non operarsi nell'estate del '22, alle leggerezze sul caso doping. Pogba è un ragazzo che si è perso tra mille problemi personali, e fatica a riconnettersi con la realtà. A milioni di tifosi juventini si spezzerà il cuore, perché le gioie che ha regalato sono state intense e il legame di affetto quello no, non si spezzerà mai. Ma quei giorni sono lontani e pensare che ritornino è una illusione dolce ma dalla quale ci si può svegliare molto amareggiati".

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Mourinho, obiettivi e sogni

"Mourinho? La nostra relazione era come quella di un fidanzato e una fidanzata, ci lasciavamo e ci riconciliavamo continuamente. È iniziata alla grande, lui è stato uno dei motivi per cui sono tornato a Manchester perché gli ho parlato e mi ha convinto a tornare. Non so perché si è trasformato in un incubo e abbiamo litigato. Eravamo in disaccordo, come fanno a volte allenatori e giocatori. Ma c’è molto rispetto da parte mia nei suoi confronti. Se lo vedo domani, lo saluto con un grande abbraccio! Ma un giorno dovremo sederci insieme e discuterne” ha detto Pogba, al Daily Mail, su Mourinho. Sul futuro: "Ho obiettivi e sogni: il mio sogno è sempre stato quello di giocare per la nazionale ed è ancora nella mia testa. Ma oggi il futuro di Paul è tornare in campo. E dimostrare di essere ancora al livello, un Pogba che torna con più fame e ancora più amore per il calcio, pronto a dare tutto. Il calcio non si è fermato perché non posso giocare; i giocatori stanno giocando, questa è la vita: questo è il cerchio. Tutti i giocatori diranno “Pogba è tornato, non voglio che prenda il mio posto”".

Pogba, la Juve e la Francia

Pogba ha parlato anche a RMC Sport, dichiarando: "So i miei piani futuri? No, per il momento no. Il mio obiettivo oggi è allenarmi, mantenermi in forma, prepararmi per gennaio. Questo è tutto. Della Juve, ovviamente, ne parleremo nelle prossime settimane. Ma per ora sono ancora sotto contratto con la Juventus. Il mio desiderio è solo tornare, tornare in campo e fare ciò che amo di più al mondo. PSG o Marsiglia? Mi ripeterò. Sono ancora sotto contratto con la Juventus, quindi è vietato parlare con altri club. Oggi, come ho detto, il mio focus è sull’allenamento, sulla forma fisica e semplicemente sullo stare in campo. Dopo vedremo cosa ci dirà il futuro". Sul ritorno in Nazionale francese: "Certo, è un obiettivo. È sempre stato un sogno per me giocare per la nazionale francese. Sono passati anni da quando me ne sono andato. Devo essere pronto anche per quello. Devo meritarmi di nuovo il posto. E farò tutto il possibile per tornare, ovviamente".

"Mi ha fatto molto male"

Dall’esplosione di Yamal al rapporto con Thiago Motta, Pogba ha anche parlato di tanto altro in un’intervista all’Equipe. “Sono felice per Lamine, anche se sono meno felice per il gol che ha fatto alla Francia nella semifinale dell’Europeo, ma è un qualcosa di buono per il calcio. È il sogno di tutti fare quello che ha fatto lui”. Sul capitolo Francia: “Non bisogna essere necessariamente in qualche club europeo per giocare in nazionale”. Una risposta  anche a Thiago Motta, che parlò di lui al passato remoto, come un ex giocatore Juve: “Un’affermazione che mi ha fatto male. Significa che sono finito, che non sono più un giocatore e che la mia carriera è finita. Non credo che lui la pensi davvero così, presto ci incontreremo e ne parleremo”.

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