“Stupito da una cessione di Giuntoli. Juve, a volte mi sveglio tutto sudato”

Michele Padovano, che vinse la Champions con i bianconeri nel 1996, punta tutto su Vlahovic: “Va servito meglio e non spalle alla porta. È forte, vedrete che lo dimostrerà”

Michele Padovano buongiorno. È pronto per il debutto da commentatore Sky in Champions con la sua Juve per la sfida con il Psv? Come è nata la collaborazione?
«Un giorno, a Roma, era la finale di Coppa Italia Juventus-Atalanta, ho incontrato il direttore Federico Ferri. Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto propormi una collaborazione come commentatore e poi studiare insieme un docufilm da realizzare sulla mia storia. Risposi che era molto interessante, anche per la qualità e professionalità del gruppo di lavoro: ora me la giocherò nel migliore dei modi provando a fare ciò che mi capitava nella Juve. Dare il meglio ogni qual volta il mister mi chiedeva di entrare in campo».

Dopo il doppio 3-0 a Como e Verona, il doppio 0-0 con Roma ed Empoli in cui la squadra ha costruito meno occasioni da gol. Cosa sta succedendo alla Juve di Motta? È un campanello d’allarme?
«Non direi perché mi piace la serenità con cui Motta affronta le partite vinte e anche le altre. Lui vede la squadra che si allena bene e bisogna dargli un po’ di tempo. L’aspetto positivo è che non abbiamo preso gol, fattore non trascurabile. Certo è che ci si aspetta di più da giocatori importanti come Douglas Luiz, Koopmeiners e Yildiz. Col Psv sarà un test molto indicativo, una squadra che gioca molto offensivo, con il 4-3-3 e le ali a piede invertito che puntano verso la porta. Attacca con almeno 4-5 calciatori. Bello che arrivi dopo due pareggi di fila in modo che ci si possa riscattare subito».

Torniamo per un momento alla partita giocata al Castellani. Che cosa non l’ha convinta della prova bianconera?
«La manovra era troppo lenta e quando saliranno di intensità Douglas e Koop allora faranno sicuramente la differenza».

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Cosa mi auguro per la Juve

L’idea di partenza del gioco di Motta in teoria prevede il 4-2-3-1 oppure il 4-1-4-1. Al di là dei moduli lei che undici farebbe scendere in campo contro il Psv?
«Non entro nel merito perché io non li vedo i giocatori tutti i giorni, non conosco il loro stato di forma. Visti i cambi che ha fatto, radicali, a Empoli, durante la gara, credo che Motta stia aspettando la condizione fisica ottimale dei migliori».

E arriviamo nel cuore della Champions. Cosa cambia in queste partite dal punto di vista anche emozionale oltre che tecnico?
«Certo, già la musichetta ti fa capire che è un altro mondo. Mi auguro che la Juve torni a riprendere un discorso interrotto e lo faccia nel migliore dei modi, non solo partecipando ma facendolo al meglio, vincendo il maggior numero di partite possibili, arrivando almeno tra le prime otto».

Cosa sa degli olandesi che, da campioni in carica, guidano il loro campionato con 5 vittorie su 5: 20 gol fatti e appena 3 subiti?
«Pressano molto alto, la Juve dovrà evitare questo pressing, mantenendo il possesso palla e cercando di inserire i centrocampisti che hanno qualità. Guai se la squadra di Thiago perdesse palla nella propria metà campo perché gli olandesi hanno qualità».

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Perché bisogna puntare su Vlahovic

Questa formula nuova della Champions League premia ancora di più la vittoria e chi segna il maggior numero di gol. Cambierà l’atteggiamento delle squadre in queste partite?
«Sì, sin dall’inizio si vedranno squadre votate all’attacco. Alla fine con 10-12 punti si può passare il turno».

Veniamo a Vlahovic, croce e delizia della Juventus. Cosa pensa realmente di lui: che margini di miglioramento ha e riuscirà a esplodere? Al posto di Motta cosa gli direbbe?
«A me piace molto e credo abbia ampi margini di miglioramento. Ma attenzione, deve essere messo nella condizione di giocare. A Empoli ha avuto una sola palla gol da giocare, bellissima grazie a Nico, ecco deve averne due o tre a gara. A quel punto sono certo che almeno una rete la fa. E poi è forte fisicamente, di testa, si sbatte per la squadra, trasmette una bella energia ai compagni anche a livello di predisposizione al sacrificio. Deve però essere messo nelle condizioni di guardare la porta e non essere spalle alla porta. Magari servirebbe anche qualche cross in più per lui»

Yildiz a sinistra sulla fascia la convince o meglio dietro la punta?
«No, io credo sia il ruolo giusto e anche da lui mi aspetto che faccia la differenza, ora è arrivato il momento di far vedere che è davvero forte».

Come lo ricorda il suo debutto in Champions League?
«Una meraviglia, a Dortmund: 1-0 per loro dopo 40 secondi. Ma eravamo una squadra tostissima che non aveva paura di nulla e infatti arrivammo sino in fondo ad alzare la Champions contro l’Ajax, era il 1996. Io feci subito il gol dell’1-1 e poi vincemmo 3-1, in realtà realizzai anche una doppietta con un gol regolarissimo che venne ingiustamente annullato».

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"A volte mi sveglio tutto sudato..."

E quella ultima Coppa vinta quante volte le ha fatto rivivere la nottata. Ci pensava quando è stato ingiustamente trattenuto in carcere per una vicenda che racchiude il vero male della giustizia italiana, ovvero i tempi?
«Quei ricordi sono meravigliosi. Non nascondo che ancora adesso a volte mi capita di svegliarmi tutto sudato e penso di essere ancora un calciatore. Non solo quella sera ma ho avuto la fortuna di vivere tante partite da ricordare».

La Juventus ha firmato un mercato importante dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Sarebbe stato meglio reperire anche un vice Vlahovic vista la condizione fisica di Milik?
«Mi ha stupito la cessione di Kean, sarebbe potuto essere perfetto come vice Vlahovic. Non so quali siano state le riflessioni di Giuntoli ma se hanno deciso così ci sarà una ragione».

Motta ne fa di cose originali: dai giocatori spostati in mezzo al campo, all’alternanza massiccia che di fatto annulla i titolari, la promozione di Gatti capitano, la trasferta a Empoli con partenza in volo la mattina stessa. Cosa pensa di lui?
«Mi piace davvero molto, anche se in questo momento sa di essere in un cantiere. Per cui è normale scegliere ora chi è più in forma e mettere in campo non chi ha il nome più conosciuto. Non ha paura di mettere in campo un giocatore di 20 anni e questo è meraviglioso. Non vedo l’ora di applaudire la Juve che torni a fare la Juve».

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Michele Padovano buongiorno. È pronto per il debutto da commentatore Sky in Champions con la sua Juve per la sfida con il Psv? Come è nata la collaborazione?
«Un giorno, a Roma, era la finale di Coppa Italia Juventus-Atalanta, ho incontrato il direttore Federico Ferri. Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto propormi una collaborazione come commentatore e poi studiare insieme un docufilm da realizzare sulla mia storia. Risposi che era molto interessante, anche per la qualità e professionalità del gruppo di lavoro: ora me la giocherò nel migliore dei modi provando a fare ciò che mi capitava nella Juve. Dare il meglio ogni qual volta il mister mi chiedeva di entrare in campo».

Dopo il doppio 3-0 a Como e Verona, il doppio 0-0 con Roma ed Empoli in cui la squadra ha costruito meno occasioni da gol. Cosa sta succedendo alla Juve di Motta? È un campanello d’allarme?
«Non direi perché mi piace la serenità con cui Motta affronta le partite vinte e anche le altre. Lui vede la squadra che si allena bene e bisogna dargli un po’ di tempo. L’aspetto positivo è che non abbiamo preso gol, fattore non trascurabile. Certo è che ci si aspetta di più da giocatori importanti come Douglas Luiz, Koopmeiners e Yildiz. Col Psv sarà un test molto indicativo, una squadra che gioca molto offensivo, con il 4-3-3 e le ali a piede invertito che puntano verso la porta. Attacca con almeno 4-5 calciatori. Bello che arrivi dopo due pareggi di fila in modo che ci si possa riscattare subito».

Torniamo per un momento alla partita giocata al Castellani. Che cosa non l’ha convinta della prova bianconera?
«La manovra era troppo lenta e quando saliranno di intensità Douglas e Koop allora faranno sicuramente la differenza».

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