Pagina 1 | La Juve e le bufale complottistiche degli Sherlock Holmes anti bianconeri

Il calciomercato è forse il tema relativamente al quale l’ossessione italiana per la Juventus trova le sue declinazioni più divertenti. Se un tempo dovevamo affidarci a qualche spunto di amici complottisti o al più di una radio locale, oggi abbiamo il magnifico palcoscenico dei social in cui tifosi con un certo seguito, con e senza tesserino da giornalista, decidono di deliziarci quotidianamente.

La brillante tesi di fondo su cui si regge il Paese la conosciamo bene: i bianconeri ingannano. Che si tratti di un arbitro  - anche nell’anno con 0 interventi in 38 partite del Var a favore e delle “strisciate” di Berardi e Malinovskyi c’è comunque un rigore per il Bologna a destare scandalo - o di un’operazione di mercato, poco cambia.

E ci sarebbe da ridere, come abbiamo fatto fino a qualche anno fa, se queste tesi complottiste non si fossero trasferite dai bar ai tribunali. Per questo, pur faticando a prenderle sul serio, è bene fermarsi e riportare le ultime perle: magari un giorno le troveremo tra i faldoni dell’accusa di qualche processo (a proposito, nessuna notizia sulle plusvalenze altrui? Ah, la fretta, la tempestività: quanti ricordi…)

Il calciomercato, Locatelli e Scamacca

Dopo gli anni dei presunti regali del Sassuolo (l’ultimo gentile dono che ha indignato il paese: Locatelli a 38 milioni, a causa del pagamento differito), l’estate scorsa alcuni tifosi e giornalisti avevano ipotizzato che dietro la preferenza di Scamacca per l’Atalanta rispetto all’offerta dell’Inter dovesse necessariamente l’intervento di un altro club non meglio specificato (sta a voi indovinare quale). Accusa intrigante ma tutto sommato risibile: era comunque l’estate post processo sommario ed esclusione dall’Europa, praticamente senza acquisti, il materiale era obiettivamente poco.

Con il ritorno in Champions la Juve torna a fare mercato e la cosa non piace ai soliti noti: non è bastato tenerli per un anno fuori dalle coppe per la sempre utile “slealtà sportiva”? Questi riprendono già a muoversi come se niente fosse? 

La procedura è standard, ormai ben nota: mesi a dire che i bianconeri non hanno un euro e potranno acquistare solo qualche eroico volontario disposto a giocare gratis. Poi, quando si arriva al dunque, ecco i sospetti: come fanno a trattare Koopmeiners?

Eh no, i conti non tornano: perché il Bologna dovrebbe vendere Calafiori a soli 25 milioni?

Riecco le mitiche plusvalenze, le permute, quelle che la Juve dovrebbe iscrivere in un modo penalizzante e le rivali in un altro perché la società torinese è quotata in borsa e le altre no. Libere maxi plusvalenze fantasiose per tutti, ma non se sei quotato: non male, questo concetto di “slealtà sportiva”. Le valutazioni dei giovani: “come fanno a valutare Iling più McKennie a un anno dalla scadenza ben 35 milioni? Cosa c’è sotto?”

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Ai nostri eroi non aggrada l’idea che la Juve possa comprare Douglas Luiz...

Inutile sottolineare che il primo è un ragazzo promettente e il secondo è reduce da una stagione eccellente, lorsignori hanno già deciso il prezzo giusto. Non sono più le estati dei Pinamonti e dei Casadei, quando un talento intravisto valeva già decine di milioni: Iling e McKennie devono costare di meno. Inutile invitare gli indignati ad attendere quantomeno un comunicato per conoscere i valori effettivi, è già uno scandalo, sono le “solite plusvalenze gonfiate”. Così poi Wes rifiuta, siamo costretti a inserire il promettente Barrenechea – che Motta avrebbe tenuto con grande piacere – e a quel punto a irritare è il presunto valore del giovane Enzo. Un paio di settimane così e quando si delineano più chiaramente le cifre (i due ragazzi vengono valutati 22 milioni in tutto, con una percentuale in favore dei bianconeri in caso di rivendita), i numeri non tornano comunque, perché ai nostri eroi non aggrada l’idea che la piccola e povera Juve possa comprare Douglas Luiz, trattare il giovane Thuram, ambire a Koopmeiners, pur se eventualmente costretta a sacrificare campioni del presente e potenziali crack del futuro.

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I nostri indomabili Sherlock Holmes cercano di cercare di capire perché...

Cosa c’è dietro? I nostri indomabili Sherlock Holmes cercano di cercare di capire perché l’Aston Villa fa questo regalo. Parte una caccia a notizie, intrecci, nomi dei dirigenti, fino a quando tutto diventa improvvisamente chiaro e la verità finalmente si dipana e diffonde, ovviamente grazie ai soliti noti col tesserino che ci hanno raccontato il calcio su reti nazionali per decenni facendo finta di non tifare per nessuno e di non detestare alcun club:  “il presidente dell'Aston Villa è tra i membri del consiglio di partners di Exor”! La notizia viene diffusa da tutti i siti che abbiano “Inter” o “Napoli” nel nome, l’inghippo è finalmente svelato: l’egiziano Nasser Sawiris, massimo dirigente degli inglesi, vuole aiutare l’amico Elkann e per questo gli dà Douglas Luiz per Barrenechea, Iling e 28 milioni. Non c’entrano i problemi economici della squadra di Birmingham, la deadline del 30 giugno, la voglia del brasiliano di indossare la maglia bianconero: l’ottimo Sawiris si sacrifica per i suoi partner commerciali.

E io riderei pure, come facevo qualche anno fa, per la Juve regista occulta dell’operazione Scamacca, per il "regalo" Locatelli, per gli indignati per il costo di Barrenechea e gli investigatori che hanno risolto il caso Aston Villa. Ma da qualche anno, da quando queste teorie hanno fatto il grande passo dai bar alle procure, limitarsi a una sana e grassa risata diventa un po’ più complicato.

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Il calciomercato è forse il tema relativamente al quale l’ossessione italiana per la Juventus trova le sue declinazioni più divertenti. Se un tempo dovevamo affidarci a qualche spunto di amici complottisti o al più di una radio locale, oggi abbiamo il magnifico palcoscenico dei social in cui tifosi con un certo seguito, con e senza tesserino da giornalista, decidono di deliziarci quotidianamente.

La brillante tesi di fondo su cui si regge il Paese la conosciamo bene: i bianconeri ingannano. Che si tratti di un arbitro  - anche nell’anno con 0 interventi in 38 partite del Var a favore e delle “strisciate” di Berardi e Malinovskyi c’è comunque un rigore per il Bologna a destare scandalo - o di un’operazione di mercato, poco cambia.

E ci sarebbe da ridere, come abbiamo fatto fino a qualche anno fa, se queste tesi complottiste non si fossero trasferite dai bar ai tribunali. Per questo, pur faticando a prenderle sul serio, è bene fermarsi e riportare le ultime perle: magari un giorno le troveremo tra i faldoni dell’accusa di qualche processo (a proposito, nessuna notizia sulle plusvalenze altrui? Ah, la fretta, la tempestività: quanti ricordi…)

Il calciomercato, Locatelli e Scamacca

Dopo gli anni dei presunti regali del Sassuolo (l’ultimo gentile dono che ha indignato il paese: Locatelli a 38 milioni, a causa del pagamento differito), l’estate scorsa alcuni tifosi e giornalisti avevano ipotizzato che dietro la preferenza di Scamacca per l’Atalanta rispetto all’offerta dell’Inter dovesse necessariamente l’intervento di un altro club non meglio specificato (sta a voi indovinare quale). Accusa intrigante ma tutto sommato risibile: era comunque l’estate post processo sommario ed esclusione dall’Europa, praticamente senza acquisti, il materiale era obiettivamente poco.

Con il ritorno in Champions la Juve torna a fare mercato e la cosa non piace ai soliti noti: non è bastato tenerli per un anno fuori dalle coppe per la sempre utile “slealtà sportiva”? Questi riprendono già a muoversi come se niente fosse? 

La procedura è standard, ormai ben nota: mesi a dire che i bianconeri non hanno un euro e potranno acquistare solo qualche eroico volontario disposto a giocare gratis. Poi, quando si arriva al dunque, ecco i sospetti: come fanno a trattare Koopmeiners?

Eh no, i conti non tornano: perché il Bologna dovrebbe vendere Calafiori a soli 25 milioni?

Riecco le mitiche plusvalenze, le permute, quelle che la Juve dovrebbe iscrivere in un modo penalizzante e le rivali in un altro perché la società torinese è quotata in borsa e le altre no. Libere maxi plusvalenze fantasiose per tutti, ma non se sei quotato: non male, questo concetto di “slealtà sportiva”. Le valutazioni dei giovani: “come fanno a valutare Iling più McKennie a un anno dalla scadenza ben 35 milioni? Cosa c’è sotto?”

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