Platini, la Juve, Scirea e Paolo Rossi
Passo indietro: la Juventus del 1983, quella di Atene, è la più forte di sempre?
«Non lo so, ma se nel 1983 avessimo vinto la Coppa ne avremmo vinto quattro Coppe dei Campioni di fila. In quel ciclo di tre anni abbiamo vinto sempre, ma abbiamo perso solo una partita, ad Atene, maledizione».
Si è mai spiegato perché non avete vinto quella sera?
«Semplice, perché io non ho fatto gol (ride)».
Poi avete vinto nella maledetta notte di Bruxelles, poi ci furono annate sfortunate in Europa: Barcellona, Real Madrid...
«Ma eravamo un’altra squadra, avevamo perso Zoff, Gentile, Tardelli, Boniek...».
C’era Laudrup.
«Fortissimo, ma giovane. Forse il meglio l’ha dato poi al Barcellona».
Che ricordi ha di Scirea?
«Il saggio. Lui e Zoff erano di una saggezza superiore. Poi c’eravamo io, Tardelli e gli altri che eravamo un po’ più cazzari, Scirea ci equilibrava. Un uomo meraviglioso. A casa ho una grande fotografia che ci ritrae insieme con una sua dedica che mi commuove sempre».
E Paolo Rossi?
«Una persona fantastica. Simpatico, umile, sempre sorridente. Un calciatore pazzesco: tutti e due i piedi, veloce e furbo. Io credo che la sua parabola lo abbia molto rilassato nella seconda parte della carriera. In fondo se tocchi il fondo con la squalifica, poi risorgi e vinci il Mondiale, tocchi il sacro graal, cioè la coppa del mondo, e lo fai da capocannoniere, il massimo del massimo. A quel punto cosa puoi chiedere dal calcio? Solo di divertirti. E lui lo faceva con grande talento. Poi soffriva tanto per le ginocchia. Era un ragazzo meraviglioso, mi ha toccato nel profondo il fatto che sia partito così giovane e così velocemente».
Va ancora a vedere qualche partita allo stadio?
«Ho visto qualche partita di coppa del Marsiglia. Anche quella con l’Atalanta e ho conosicuto Percassi: bellissima persona e bellissima squadra. Mi è piaciuto, un uomo intelligente. Mi ha invitato a Bergamo».
Lo sa che giocava insieme a Scirea nella Primavera dell’Atalanta?
«Davvero? Che bello».
È vero che giocava a tennis quando eri a Torino?
«Mi aiutava a lavorare sulla velocità, perché gli allenamenti francesi erano molto più duri fisicamente rispetto a quelli del Trap, così andavo a giocare a tennis per quello».
Le piace Sinner?
«Ah, ma ora non seguo il tennis. Mi dicono che siete tutti diventati matti per il tennis perché adesso vincete, tutti esperti... quando c’era Tomba era lo sci (ride). Ma è giusto così! Quando si vince è sempre bello».
La Juve tornerà a vincere?
«Ma certo! Ci sono i cicli, no? Quando finisce un ciclo c’è un periodo un po’ duro, poi la Juventus torna sempre a vincere, lo ha sempre fatto e lo farà sempre, state tranquilli».