Platini su Euro 2024 e il calcio europeo
Esattamente quarant’anni fa stava vincendo, anzi stravincendo l’Europeo. Che ricordi ha dell’estate 1984: 9 gol in 5 partite.
«Quella Francia era maturata nel Mondiale del 1982, finalmente avevamo la possibilità di vincere qualcosa. Dovevo solo convincere i miei compagni che era arrivato il momento. Così mi sono tirato su le maniche e... abbiamo vinto. È stato bellissimo: la prima vittoria della Francia in uno sport di squadra».
E da quella vittoria è nata la grande Francia del calcio che ora è sempre tra le favorite.
«Allora non eravamo consapevoli di essere grandi giocatori, poi c’è stato un grande progetto della Federazione che ha programmato meglio la preformazione e la formazione dei bambini e dei ragazzi. Da quel progetto sono nate le generazioni di calciatori successive».
In Italia non nascono più i Baggio, i Del Piero o i Totti. In Francia sì. Qualcuno dice che è merito delle banlieue parigine, vere fucine di campioni. Giusto?
«Il merito è del programma della Federazione che lavora con i bambini fin da quando sono piccolissimi. Se in Italia non nascono campioni dovete dire alle mamme e ai papà di farli nascere (ride) e poi programmare la formazione. I bambini devono giocare di più nei cortili e nei parchi: il talento nasce lì, poi si forma nelle scuole calcio. E comunque anche senza grandi fuoriclassi avete vinto gli ultimi Europei o sbaglio?».
La Francia può vincere l’Europeo?
«Si, certamente. È tra le favorite, insieme a Germania, Portogallo, Inghilterra e Italia».
Mbappé è il più forte del mondo?
«Difficile dirlo. Gli manca la Champions. Ma è fortissimo». Le piace il lavoro di Didier Deschamps, eterno ct? «Didier è furbo. Non ha un lavoro difficile, ci sono generazioni di grandi giocatori (ride). Allena la squadra più forte del mondo senza fare calciomercato (ride)».
Cosa le ha lasciato la sua vicenda con la giustizia, ora che conosciamo la verità e la sua innocenza?
«Mi lascia l’ingiustizia. La Fifa e i tribunali svizzeri erano complici per far fuori un francese. Se si mettono insieme Fifa e tribunali svizzeri sei morto. Da quattro anni si sa che sono innocente, ma non c’è ancora la riabilitazione sportiva. Infantino aveva paura di me alle elezioni e mi ha bloccato. Poteva battermi alle elezioni, ma mi ha fatto paura. Sono passati dieci anni che nessuno mi restituirà più. Mi hanno tolto dal calcio... hanno tolto me dal calcio, capito? Ma non puoi vincere contro la Fifa, controllano tutto: potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Montesquieu avrebbe qualcosa da dire, no?».
Cosa pensa della sentenza della Corte di Giustizia Europea sul Fifa e Uefa?
«Credo che quella sentenza cambierà la faccia del calcio. Cambierà molto».
È un bene o un male?
«Non lo so, forse non è un bene, ma sarà così. È come la legge Bosman. Adesso questi non hanno credibilità, perché non vengono da nessuna parte. Infantino non ha mai gestito un club o una federazione e adesso comanda il calcio. La debolezza del sistema è che mancano i calciatori. Il futuro del calcio può esserci solo se i calciatori vengono maggiormente coinvolti. La Superlega è inevitabile, non so se è una cosa buona o cattiva, ma è inevitabile. I grandi club erano tutti partiti per la Superlega, poi sono tornati indietro perché mediaticamente era complicata da gestire, ma alla prossima occasione se ne vanno davvero. Soprattutto adesso che non possono essere sanzionati. Con me il casino della Superlega non sarebbe successo».
Perché?
«Perché avrei mediato. Una mediazione si trova sempre. Ora sarà difficilissimo per le istituzioni, spero che nel nuovo mondo del calcio ci sia più potere per i giocatori. La generazione dei Messi e dei Ronaldo devono agire, tocca a loro prendere il potere. Io sono vecchio, il futuro è loro, non mio. Se vogliono qualche aiuto o consiglio, ma sono loro che devono agire per cambiare il sistema».