La resistenza di Max
Perché è un fatto, cravatta a parte, che negli ultimi tempi la soglia di resistenza di Max alle tensioni finali si sia ridotta. O che, semplicemente, lui per primo non voglia trattenersi troppo di fronte a situazioni che giudica incongrue. E non sono tanto le dichiarazioni post partita (durante le quali, da buon livornese, non si è mai sottratto alle tenzoni dialettiche), quanto le sfuriate con la panchina del Napoli (dopo la sconfitta interna a Torino) o con l’Inter dopo la semifinale di Coppa Italia. Ma pure in campionato quando, per evitare ammonizioni, rientrò negli spogliatoio lasciando Bonucci a guidare negli ultimi minuti.
Ma la cravatta mai: quella finora era stata risparmiata. Fino alla sfida di Milano, quando la rabbia per il “campo che non si è allargato come un aeroporto” lo ha indotto a liberare la giugulare dalla pressione del nodo.
Non Gordiano, ché non è servita nessuna spada per tagliarlo tanto che in diretta tv aveva già sistemato l’accessorio a favore di telecamere. Poi sì: il sorriso di Rabiot a fine partita, quando gli hanno chiesto un parere sull’Allegri show, è stato tutto un programma: «Il mister è così. Ha sempre voglia di vincere e di dare il 100% fino alla fine. Ci dà energia così, è bravo il mister». Ecco, casomai il timore è per l’escalation nella corsa scudetto: dopo la cravatta, cosa?