Pagina 1 | Giuntoli, nuovo corso mercato Juve: conti in ordine, disciplina e qualità

Un Ferragosto anomalo come pochi altri mai, quello che si consuma in casa Juventus tra il mercato e l’approccio all’imminente campionato. Un Ferragosto durante il quale si mettono in fila le cessioni, i risparmi e la bonifica della rosa e non le figurine dei nuovi arrivi. Messaggi virtuosi che vengono percepita in maniera altrettanto virtuosa dalla stragrande maggioranza dei tifosi, ormai più avvezzi a far di conto e a occuparsi di bilancio che a godersi dribbling e gol da fuori (tranquilli: poi arriveranno anche le polemiche arbitrali, a scatenare le dispute).

Fatale, direte, viste le premesse, ma non scontato perché la bulimia da calciomercato è una delle sindromi più pervasive che si conoscano. Solo che a ‘sto giro la gente juventina sa, eccome se lo sa, che c’è da attraversare un deserto di purificazione al netto delle questioni giudiziarie. C’è da rimettere in linea di galleggiamento un vascello che aveva a bordo troppi contratti pesanti e inutili, troppi pleonasmi tecnici, troppa confusione ambientale nei ruoli di comando e nello spogliatoio. E la navigazione, come si è ben visto negli ultimi due anni, ne soffriva assai.

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Giuntoli e Lukaku: l'intreccio Juve

Adesso che mancano 15 giorni alla fine del mercato si può ben dire che una logica c’è e si vede: meno campioni onusti di gloria ma imbolsiti di fisico e più giovani di gamba e spirito, meno equivoci e più logica nella copertura dei ruoli. Due sono state le notizie che hanno movimentato l’estate del mercato bianconero: l’arrivo di Cristiano Giuntoli (ricordate il braccio di ferro fino all’ultimo giorno utile con De Laurentiis?) e la bufera (anche mediatica) per la corsa su Romelu Lukaku.

Ebbene, il direttore tecnico si è inserito con fluidità in un meccanismo in cui il ds Giovanni Manna aveva già sistemato questioni tutt’altro che secondarie come la conferma dello svincolato Rabiot (a ora il vero colpo del mercato bianconero), il riscatto di Milik e alcune cessioni. Giuntoli, poi, ha portato avanti il grande tema della questione Lukaku che si intrecciava con la cessione di Vlahovic. Chiariamo: era proprio la possibile uscita del serbo ad aver indotto i bianconeri a muoversi in prospettiva per garantirsi una alternativa. Gli incastri, almeno per ora e difficilmente più avanti, non si sono verificati e la situazione rimarrà questa con l’attaccane serbo determinato a recuperare il tempo perduto. È un fatto, però, che questa vicenda abbia sparso sale mediatico su un mercato, quello italiano, parecchio insipido da cucina povera. E già questa è una nota di merito, se no sai che noia...

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Giuntoli e Bonucci: l'esempio di una nuova gestione interna

L’altra questione per cui si è fatto notare Giuntoli ha riguardato la gestione interna, con il segnale più deciso inviato attraverso la “messa fuori rosa” i Leonardo Bonucci, innegabilmente l’elemento più visibile dell’intero gruppo. Anche questa dinamica era ormai innescata da tempo, ma con l’arrivo del dt c’è stata una presa di posizione che non lascia più dubbi sullo stile di gestione con cui verrà supportato il lavoro di Massimiliano Allegri.

Cosa aspettarsi ora? Sostanzialmente nulla. O molto poco, perché la rosa è completa così e le uniche sostanziali variazioni potrebbero verificarsi nel caso di offerte clamorose per qualcuno dei big. Poi, certo, guai ad abbassare l’attenzione cronachistica e a non tener conto di quel che potrebbe succedere, per esempio in direzione Sassuolo dove gioca quel Domenico Berardi che Cristiano Giuntoli vuole appuntare all’occhiello del suo primo mercato in bianconero.

Aquesta Juve con spirito garibaldino e ritmo rinnovato manca, lo si è notato anche nell’amichevole contro l’Atalanta, un pizzico di qualità e il 29enne del Sassuolo potrebbe garantirlo, magari adattandosi a giocare più da centrale “sottopunta” che a esterno classico. Per inserire qualità e per mettere ulteriore ordine nella rosa con altre cessioni mancano 15 giorni. Non tantissimi.

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Un Ferragosto anomalo come pochi altri mai, quello che si consuma in casa Juventus tra il mercato e l’approccio all’imminente campionato. Un Ferragosto durante il quale si mettono in fila le cessioni, i risparmi e la bonifica della rosa e non le figurine dei nuovi arrivi. Messaggi virtuosi che vengono percepita in maniera altrettanto virtuosa dalla stragrande maggioranza dei tifosi, ormai più avvezzi a far di conto e a occuparsi di bilancio che a godersi dribbling e gol da fuori (tranquilli: poi arriveranno anche le polemiche arbitrali, a scatenare le dispute).

Fatale, direte, viste le premesse, ma non scontato perché la bulimia da calciomercato è una delle sindromi più pervasive che si conoscano. Solo che a ‘sto giro la gente juventina sa, eccome se lo sa, che c’è da attraversare un deserto di purificazione al netto delle questioni giudiziarie. C’è da rimettere in linea di galleggiamento un vascello che aveva a bordo troppi contratti pesanti e inutili, troppi pleonasmi tecnici, troppa confusione ambientale nei ruoli di comando e nello spogliatoio. E la navigazione, come si è ben visto negli ultimi due anni, ne soffriva assai.

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