Tudor: “Vi consiglio questo talento! Douglas Luiz? Non ricordate Platini…”

Il doppio ex, intervistato da Tuttosport, analizza la sfida di campionato Juve-Lazio in programma sabato: punti di forza, stato di forma e... un gioiellino croato da seguire con attenzione
Tudor: “Vi consiglio questo talento! Douglas Luiz? Non ricordate Platini…”

Buongiorno Igor Tudor. Come sta? "Sto bene, grazie. Mi sto godendo la famiglia qui, a casa mia, a Spalato. La maggior parte del tempo posso finalmente passarlo con i miei cari, mia moglie e i tre figli: il ragazzo di 18 anni, la ragazza di 15 e la bimba di 7. Quando alleni all’estero ti perdi tanti momenti da marito e papà: io amo portare i figli a scuola ora che posso, e vederli crescere è una gioia. È una sofferenza stare lontano da loro quando alleno all’estero. A Spalato mi trovo benissimo, e ogni tanto vado qui di fronte all’isola di Hvar dove vivono i miei genitori".

Preferisce aggiornarsi guardando quale calcio? Italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco?
"Guardo chiaramente molto quello italiano perché mi sento anche un po’ italiano, ho vissuto in Italia da 19 a 29 anni, quelli formativi, sono diventato uomo da voi. L’Italia è un Paese splendido che assomiglia molto alla Croazia, affascinante anche per la passione che avete nel calcio. Noi croati è da una vita che veniamo da voi, ricordo anche alcuni tornei da giovane. Guardo anche il calcio inglese che è molto bello da vedere, è più divertente, più intenso e dinamico, meno tattico. Da spettatore ci si diverte di più. Ormai ci sono talmente tante partite in tv che occorre selezionare. Per farlo bisogna essere attratti. Io da allenatore cerco anche partite o spezzoni di partite per vedere alcuni dettagli delle fasi d’attacco o di difesa che possono arricchirmi per poter migliorare. Vedo comunque anche il campionato francese, dove ho allenato: è pieno di giovani talenti che offrono un calcio interessante".

Per il suo lavoro quanto è più utile andare a vedere le partite dal vivo piuttosto che in televisione?
"È bello vedere dal vivo per quanto riguarda l’atmosfera ma ormai con tutte le telecamere che ci sono, quasi quasi è meglio vederle a casa sul divano. Mi piace guardare le partite sul divano con al massimo un paio di persone in modo da potermi concentrare e capire le varie situazioni".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Juve-Lazio? Mi aspetto una bella partita"

Sabato la Serie A offre Juventus-Lazio. La guarderà e che tipo di match si aspetta?
"Sicuro che la guardo. Io mi aspetto una bella partita con due squadre allenate da due tecnici nuovi, partiti bene con energia e idee nuove. C’è positività intorno a loro. A me piace vedere le azioni da rete e credo che il calcio debba andare in questa direzione. I tifosi li attrai se giochi all’attacco per fare gol e credo che sia Motta che Baroni da questo punto di vista siano partiti col piede giusto".

Le due squadre sono state oggetto di rivoluzione tecnica: due allenatori nuovi e tanti giocatori ingaggiati. Entrambe a 13 punti: la sorprende vederle così in alto dopo tanti cambiamenti o no?
"La classifica non è ancora importante, siamo appena partiti. Le rose sono costruite per ottenere risultati adeguati ed entrambe sono attrezzate per dare soddisfazioni ai rispettivi tifosi".

Entrambe a punteggio pieno in Europa seppur in tornei differenti. Hanno una rosa adeguata per reggere le due competizioni oppure a un certo punto dovranno prediligerne una?
"Io dico di sì. Chi ha allestito i due gruppi ha fatto le cose per bene, si tratta di due società serie e vorranno provare ad andare avanti su due fronti. Stanno facendo benissimo anche in Europa e questo è un bene per il calcio italiano".

Juventus-Lazio sarà anche la difesa più forte del campionato, seppur ora priva di Bremer, contro uno degli attacchi più insidiosi con Castellanos e Dia. Secondo lei chi uscirà dal campo col sorriso sulle labbra?
"Metterla così è troppo semplice. La fase difensiva della Juve è da studiare, è raro vedere prendere così pochi gol: è da applausi. Ma loro non difendono solo coi marcatori, c’è tutta la squadra che si sacrifica per non incassare reti, come succedeva al Bologna. La Lazio ha trovato la quadra per far giocare insieme Castellanos e Dia più due ali che spingono. Creano parecchio".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Thiago Motta? Non è Gasperini, ma..."

Thiago Motta nella Juventus ha portato un calcio moderno, dove spesso i giocatori si esprimono in un ruolo diverso rispetto a quello di partenza. Cosa pensa del tecnico bianconero?
"Penso che la sua fase difensiva sia il punto di forza. Per quanto riguarda la sua fase offensiva io la penso come lui: non ci sono più i ruoli fissi, il numero 6, il numero 8 etc. Io credo che sempre di più nel futuro il calcio andrà in questa direzione, meno posizionamento e caos organizzato. Una struttura che si può esprimere con giocatori differenti contando anche sull’attacco dello spazio e la riaggressione. Serve ovviamente una grande condizione fisica. Ai giocatori si dà una libertà di movimento all’interno di un gioco studiato. Il calcio troppo posizionale è superato, è anche più facile da leggere. Ora si va nell’area avversaria con i difensori e si difende anche con gli attaccanti. Diciamo che il precursore, il primo è stato Gasperini. Motta non è Gasperini, ma ha fatto suoi alcuni principi".

Un calcio da caos organizzato fa venire in mente una metafora col jazz…
"Sì, ma è un po’ troppo lento il jazz, ci vuole anche un po’ di metal, di ritmo intenso!".

La Juventus ha lanciato già parecchi giovani, c’è qualcuno che l’ha colpita maggiormente tra Savona, Yildiz e Mbangula?
"Yildiz l’ho notato già l’anno scorso e sono contento per lui. Io alleno da 15 anni e dico sempre che la qualità non ha età. I forti vanno fatti giocare sempre, sempre. Soprattutto se non sono difensori. Io uno forte in attacco lo faccio giocare anche a 17, 18 o 19 anni".

Baroni al contrario di Thiago Motta si gioca la panchina più importante della sua carriera a 61 anni. Cosa pensa del suo calcio?
"Questo è molto bello, il fatto che un tecnico possa avere una sua opportunità anche dopo una carriera già lunga. Non tutti riescono a essere scoperti subito. Lui ha dato una bella identità alla Lazio. Sono stati presi anche giocatori importanti come Tavares, Tchaouna e Dia che si sono uniti a un gruppo composto da ragazzi perbene".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I ricordi di Tudor con la Juventus e con la Lazio. E il futuro...

Il momento più bello, l’immagine più significativa del suo periodo alla Juventus e di quello alla Lazio?
"Due cose diverse. Nella Juve ho creato il mio Dna avendoci vissuto 8 anni quando ero giovane, il club mi ha dato l’impronta di cosa sono diventato. Alla Lazio nei tre mesi mi sono divertito tanto con lo staff, i giocatori e il club. È stato fatto un bel lavoro anche a Roma".

L’anno scorso alla guida della Lazio sfiorò la finale di Coppa Italia proprio con la Juve: 2-0 per i bianconeri a Torino e 2-1 per voi a Roma. Quando ripensa a quel doppio confronto che riflessione le viene in mente?
"Mi ricordo due belle partite, ci è mancato poco per andare ai supplementari. La Juve era piena di campioni. Il rammarico di non essere andati in finale, ma anche la consapevolezza di aver giocato bene".

Che tipo di progetto le piacerebbe affrontare? Meglio in Italia o all’estero?
"Non fa differenza, l’importante è la condivisione del progetto e dei pensieri con il club , con i dirigenti. Vedere il calcio nello stesso modo per come costruire e gestire una squadra. Rispettando i ruoli di tutti".

I giocatori e non solo protestano per le troppe partite che mettono a rischio la loro salute. È d’accordo?
"Posso capire tutte le parti: chi paga e i giocatori. Ma in effetti si sta esagerando, si sta andando verso una direzione che non si sa dove finisce. Si giocherà ogni due giorni? Se non si fanno riposare i calciatori non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale non va bene. Dobbiamo fermarci, confrontarci per capire cosa si deve fare per evitare che si rompa il giocattolo. C’è un aspetto che non mi piace: scaricare sui giocatori perché vogliono più soldi e non giocare così tanto. I calciatori non obbligano nessuno a dare certi ingaggi pazzeschi, le cifre esagerate sono stabilite dalle società che sono in gara tra loro. Per cui non facciamo passare cose inesatte. I giocatori hanno diritto a dire la loro opinione".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Douglas Luiz? Quelli forti vengono sempre fuori. Io all'esordio però segnai"

Nella Juventus c’è un giocatore al primo anno in Italia che sta faticando a trovare la fiducia del tecnico e spazio, Douglas Luiz. lei quando arrivò in Italia trovò difficoltà ad abituarsi al nostro calcio o no? Cosa pensa del brasiliano?
"Io alla prima partita ho fatto gol con il Perugia, sono partito alla grande. Se hanno scelto Douglas vuol dire che è bravo, anche Platini ha faticato all’inizio, quelli forti escono sempre".

La Serie A sembra più equilibrata rispetto agli ultimi anni? Secondo lei, chi è la favorita per lo scudetto?
"Io dico quattro squadre: l’Inter leggermente avanti rispetto a Milan, Juve e Napoli. Hanno le rose migliori. Dietro a queste squadre prevedo Atalanta e Roma come outsider. Quindi la Lazio e poi le altre".

Guardando tante partite, c’è un giovane emergente che l’ha colpita e che potrebbe fare bene anche da noi?
"Qui in Croazia mi piace molto Baturina che gioca nella Dinamo Zagabria: una via di mezzo tra un 8 e un 10".

Bremer starà fermo per tutta la stagione. Cosa pensa di lui e crede che tornerà forte come prima?
"Mi spiace molto per lui e gli auguro la miglior guarigione, lo stimo tantissimo è tra i più forti al mondo. Per la Juve è una brutta botta. Lui tornerà più forte di prima".

Alla Juventus manca un vice Vlahovic con Milik che ne avrà ancora per non poco. Chi vedrebbe bene come inserimento a gennaio?
"Non mi permetto di dare consigli a chi sa fare bene il suo lavoro come Giuntoli che ha preso gli uomini giusti per questo allenatore e per vedere il calcio che piace. Vlahovic per me è fortissimo, avrà sbagliato qualche gol ma ne ha fatti e ne farà tanti: può arrivare a 25-30 in questa stagione".

Alla Lazio è finita l’era di Immobile. Quanto è incisivo e forte Ciro?
"Un ragazzo bravissimo, sempre disponibile e molto forte con grande voglia di lavorare, ha fatto la storia della Lazio".

Uno dei suoi pregi è sicuramente il coraggio. Fuori il pronostico. Juventus-Lazio come finirà?
"Si gioca a Torino e la rosa bianconera è più forte. Io dico che vince la Juve".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Buongiorno Igor Tudor. Come sta? "Sto bene, grazie. Mi sto godendo la famiglia qui, a casa mia, a Spalato. La maggior parte del tempo posso finalmente passarlo con i miei cari, mia moglie e i tre figli: il ragazzo di 18 anni, la ragazza di 15 e la bimba di 7. Quando alleni all’estero ti perdi tanti momenti da marito e papà: io amo portare i figli a scuola ora che posso, e vederli crescere è una gioia. È una sofferenza stare lontano da loro quando alleno all’estero. A Spalato mi trovo benissimo, e ogni tanto vado qui di fronte all’isola di Hvar dove vivono i miei genitori".

Preferisce aggiornarsi guardando quale calcio? Italiano, inglese, francese, spagnolo o tedesco?
"Guardo chiaramente molto quello italiano perché mi sento anche un po’ italiano, ho vissuto in Italia da 19 a 29 anni, quelli formativi, sono diventato uomo da voi. L’Italia è un Paese splendido che assomiglia molto alla Croazia, affascinante anche per la passione che avete nel calcio. Noi croati è da una vita che veniamo da voi, ricordo anche alcuni tornei da giovane. Guardo anche il calcio inglese che è molto bello da vedere, è più divertente, più intenso e dinamico, meno tattico. Da spettatore ci si diverte di più. Ormai ci sono talmente tante partite in tv che occorre selezionare. Per farlo bisogna essere attratti. Io da allenatore cerco anche partite o spezzoni di partite per vedere alcuni dettagli delle fasi d’attacco o di difesa che possono arricchirmi per poter migliorare. Vedo comunque anche il campionato francese, dove ho allenato: è pieno di giovani talenti che offrono un calcio interessante".

Per il suo lavoro quanto è più utile andare a vedere le partite dal vivo piuttosto che in televisione?
"È bello vedere dal vivo per quanto riguarda l’atmosfera ma ormai con tutte le telecamere che ci sono, quasi quasi è meglio vederle a casa sul divano. Mi piace guardare le partite sul divano con al massimo un paio di persone in modo da potermi concentrare e capire le varie situazioni".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...