TORINO - Per poter giocare a calcio con esiti di qualità contano, ovviamente, soprattutto i piedi ma è assodato come i piedi - e tutto il resto - li comandino il cervello e tutto ciò che, un tempo, stava dentro i concetti di anima, spirito. Un soffio che innalza, il “pneuma” greco. E, per esempio, Federico Dimarco è lo stesso giocatore che all’Europeo, contro l’Albania, ha innescato il gol di Bajrami al primo minuto con una sciagurata rimessa laterale. E che giovedì sera ancor dopo appena un minuto - il tempo è sempre relativo a seconda di quale parte della porta del bagno ci si trova... - è stato lui a innescare l’azione del primo gol, così come ha poi costruito il cambio campo verso Cambiaso da cui è nato il raddoppio una ventina di minuti dopo. In definitiva, Dimarco non era una pippa invereconda a Dortmund così come non è Roberto Carlos dopo la sfida contro il Belgio, ma di sicuro è un giocatore completamente diverso a seconda che sia in sintonia con se stesso e, contemporaneamente, nell’ambiente in cui è immerso. E nel gruppo Italia, adesso, si respira un’atmosfera di grande positività che aiuta le prestazioni.