Flop Italia: promossi, rimandati, bocciati e su chi puntare in futuro

Squalifiche e infortuni hanno condizionato: si riparte da Donnarumma, aspettando Tonali e Udogie

Dunque è tempo di bilanci. Bilanci in rosso,sportivamente parlando, e con un passivo grosso così, innanzitutto. Dopo un simile - e risibile, e ridotto, e claudicante - cammino europeo non c’è manco posto per il rammarico: soltanto mestizia ed incredulità. Chiedersi cosa non abbia funzionato implica disvelare a se stessi e agli altri una indole masochistica non da poco, giacché ha funzionato praticamente nulla. Ergo, la mestizia e l’incredulità di cui sopra non possono che crescere ulteriormente. Dal punto di vista tattico non c’è sistema di gioco (tra i millanta sperimentati in modo ansioso e ansiogeno da Luciano Spalletti) che tenga.

Dal punto di vista fisico e atletico, c’è da restare senza fiato anche a posteriori. Dal punto di vista motivazionale, beh, il modo in cui s’è approcciata la sfida contro la Svizzera è piuttosto emblematico e indicativo. Infine, domanda delle domande: dal punto di vista tecnico e qualitativo? Ecco, qua si va al nocciolo del problema. Gli azzurri sui cui Spalletti ha deciso di puntare sono all’altezza della Nazionale italiana? O quantomeno, se non in termini assoluti ed esistenziali (che pare brutto...), hanno offerto prestazioni all’altezza della Nazionale italiana? E’ davvero possibile che la Svizzera pescando tra i suoi 8,9 milioni di cittadini (cioè meno di quelli della sola Lombardia) riesca a trovare dei giocatori più talentuosi di quelli che l’Italia ha pescato tra i suoi 59 milioni di cittadini più naturalizzati? A quanto pare...

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Promossi

Uno che se lo sognano anche all’estero, però, c’è. Trattasi di Gigio Donnarumma. Nessun errore, tanti miracoli, personalità, attaccamento alla maglia. E ha 25 anni. Ciò significa che Spalletti e pure chi eventualmente arriverà dopo di lui, per i prossimi 10 anni e forse più, tendenzialmente non avrà grossi problemi là dietro. Anzi, potrà contare su un capitano di talento che in Germania ha tenuto a galla la squadra evitandole una fuoriuscita dal torneo ancor più tristemente precoce. Oltre a lui, giudizio nonostante tutto positivo per Riccardo Calafiori e Mattia Zaccagni. Il centrocampista del Bologna (ancora per qualche giorno o settimana, almeno...) ha conquistato la scena: autentica rivelazione azzura. Spalletti non ha mancato di elogiarlo additandolo, di fatto, quale eccezione rispetto ad uno standard qualitativo più basso rispetto agli scorsi anni: «Calciatori del livello di Chiellini e Bonucci sono difficili da trovare, ma s’è visto anche che dando spazio a calciatori come Calafiori si possono trovare nuovi protagonisti». Pure il laziale ha trovato il modo di lasciare il segno, sia pure in maniera forse più estemporanea.

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Rimandati

Discontinui e altalenanti nel rendimento sono invece stati Nicolò Barella e Alessandro Bastoni. Hanno illuso, inizialmente, segnando entrambi contro l’Albania ed ergendosi a porta bandiera d’un blocco Inter che però, presto, s’è... bloccato. Partecipando al crollo generale. Un crollo che ha coinvolto pure altri giocatori che potenzialmente avrebbero potuto ritagliarsi un qualche spazio, sia pure giovanissimi, quali Andrea Cambiaso e Nicolò Fagioli i quali sono invece risultati annaspanti, gettati nella mischia. Meritano indubbiamente l’occasione di essere testati in contesti più solidi.

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Bocciati

La lista dei bocciati, giocoforza, è lunga. C’è chi non ha lasciato il segno, s’è visto poco, non ha sfruttato l’occasione. Epperò c’è anche chi ha proprio deluso: nel senso che ci si aspettava potesse guidare il gruppo e accompagnarlo in alto e invece ha fatto danni. Jorginho e Di Lorenzo, Scamacca. Giocatori dai quali Spalletti si aspettava moltissimo e che invece hanno offerto ben poco sia in termini tecnici, sia di personalità. Di gol. E non si può dire che non abbiano avuto più di un’occasione, men che meno che Spalletti non li abbia fatti sentire sufficientemente importanti. Purtroppo, però, non ne avevano. Non erano in condizione. O chissà che altro. Fatto sta che non hanno aiutato come ci si aspettava. E a seguire Darmian, Di Lorenzo, Mancini, El Shaarawy...La loro prestazione contro la Svizzera resterà - per loro stessi medesimi, oltre che per milioni di italiani - un pessimo ricordo. E anche prima, chi ne ha avuto l’opportunità, non è che abbia dispensato mirabolanti gesta. Chissà che contributo avrebbero offerto gli azzurri rimasti spettatori (o poco più). Alessandro Buongiorno, ad esempio. Il granata rientra tuttavia nel novero dei giocatori su cui provare a costruire qualcosa in ottica futura. Lui, Fagioli, Cambiaso. Ovviamente Donnarumma, un Federico Chiesa si spera rigenerato. Più alcuni elementi che purtroppo non hanno potuto prender parte al torneo in Germania poiché infortunati o bloccati da vicissitudini legate alla giustizia spotiva: Nicolò Zaniolo e Destiny Udogie, nel primo caso, più Sandro Tonali, nel secondo. La squalifica del centrocampista del Tottenham termina il 28 agosto. Potenzialmente Tonali sarà a disposizione per rientrare in gruppo in vista dei prossimi impegni azzurri in Nations League il 6 e 9 settembre contro Francia e Israele. Un nuovo inizio. Per tutti.

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Dunque è tempo di bilanci. Bilanci in rosso,sportivamente parlando, e con un passivo grosso così, innanzitutto. Dopo un simile - e risibile, e ridotto, e claudicante - cammino europeo non c’è manco posto per il rammarico: soltanto mestizia ed incredulità. Chiedersi cosa non abbia funzionato implica disvelare a se stessi e agli altri una indole masochistica non da poco, giacché ha funzionato praticamente nulla. Ergo, la mestizia e l’incredulità di cui sopra non possono che crescere ulteriormente. Dal punto di vista tattico non c’è sistema di gioco (tra i millanta sperimentati in modo ansioso e ansiogeno da Luciano Spalletti) che tenga.

Dal punto di vista fisico e atletico, c’è da restare senza fiato anche a posteriori. Dal punto di vista motivazionale, beh, il modo in cui s’è approcciata la sfida contro la Svizzera è piuttosto emblematico e indicativo. Infine, domanda delle domande: dal punto di vista tecnico e qualitativo? Ecco, qua si va al nocciolo del problema. Gli azzurri sui cui Spalletti ha deciso di puntare sono all’altezza della Nazionale italiana? O quantomeno, se non in termini assoluti ed esistenziali (che pare brutto...), hanno offerto prestazioni all’altezza della Nazionale italiana? E’ davvero possibile che la Svizzera pescando tra i suoi 8,9 milioni di cittadini (cioè meno di quelli della sola Lombardia) riesca a trovare dei giocatori più talentuosi di quelli che l’Italia ha pescato tra i suoi 59 milioni di cittadini più naturalizzati? A quanto pare...

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