Flop Italia, parla Prandelli: "Lo dissi nel 2014". Su Spalletti e Mondiale...

Le parole dell'ex ct azzurro dopo il fallimento della Nazionale italiana a Euro2024

"La Nazionale è considerata un peso? Da sempre. Quando ho fatto il ct la Lega aveva organizzato la Supercoppa in Giappone quando c'era un'amichevole della Nazionale. Già 15 anni fa non c'erano dei sani rapporti. La prima cosa è mettere d'accordo Figc e Lega. Basta parlare, basta rivangare le cose, dobbiamo capire come far crescere questo movimento. Quando c'è la nazionale tutti diventano tifosi, prima a nessuno frega niente. E 50 milioni di persone diventano ct. Perchè non riusciamo ad esser coinvolti prima di questi eventi per arrivare preparati". Così l'ex ct Cesare Prandelli, ospite di 'Radio anch'io Sport' sui Rai Radiouno sulla crisi del calcio italiano e il fallimento della Nazionale all'Europeo.

L'Italia e il prossimo Mondiale

"Mancata qualificazione al prossimo Mondiale? Il rischio c'è. Quando nel 2014 fummo eliminati, in conferenza stampa dissi: 'ma siamo sicuri che nei prossimi anni ci andremo?' Già ai tempi avevamo dei dati che mostravano un trend di grande negatività in prospettiva: una grandissima competenza e grandi risorse fino ai 19-20 anni, siamo competitivi a livello mondiale ma poi abbiamo un buco incredibile, da anni. Non riusciamo a proporre giocatori in prima squadra, a farli crescere, a dar loro una forza morale forte e quindi li perdiamo. Forse la Federazione deve fare qualcosa in più, deve cercare di farli crescere in casa i ragazzi. Qualche giornalista mi ha chiamato dopo qualche anno dicendomi: 'ai tempi ti abbiamo preso in giro ma dovremmo chiederti scusa'. Ma non è che io sia un indovino. La nostra crisi parte da piccolini, continuiamo a essere in crisi e questo è il momento di fare, di mettere in campo delle proposte, di creare un pool di persone che abbiano voglia di dare qualcosa al calcio. Non servono i contratti, serve la volontà di fare qualcosa", ha aggiunto l'ex ct dell'Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Flop Italia, le parole di Prandelli

"Quando succedono questi eventi, vediamo tutto nero. Sono più di 15 anni che stiamo dicendo le stesse cose, adesso è il momento di farle. Dobbiamo cercare di curare di più i nostri settori giovanili e i nostri centri federali, dobbiamo cercare di capire come far crescere il talento in Italia, perchè c'è ma probabilmente soffocato da questo calcio geometrico che fin da bambini gli allenatori propongono. Dobbiamo ritornare a un calcio sano, dove imprevedibilità e fantasia individuale devono essere padroni del gioco del calcio. Noi negli ultimi 15 anni abbiamo seguito delle mode: il possesso palla e il giochismo. Abbiamo prodotto buoni, ma non ottimi giocatori dal punto di vista tecnico, ma abbiamo perso le punte, gli esterni che giocano l'uno contro l'uno. Ci vuole tempo, però bisogna avere la forza di fare le cose. Devono mettersi assieme la Federazione e la Lega e mettere in campo un programma sportivo ampliato a 360 gradi fin dai bambini, allora sì che saremo ancora protagonisti e avremo anche noi i talenti che abbiamo sempre avuto" ha spiegato Prandelli.

Prandelli su Spalletti

"Da un po' di tempo sostengo che la Federazione dovrebbe far crescere i selezionatori in casa, prendere gli ex campioni del mondo e convincerli a far qualcosa per il nostro movimento. Abbiamo cercato di portare gli allenatori in Federazione. Chiaro che ci vuole il tempo. È facile dire che Spalletti non è un selezionatore, ma con la Svizzera cosa poteva fare Luciano? Ha provato a cambiare, le ha provate tutte, ma sono mancati temperamento, carattere, determinazione, voglia di vincere. Se ci fosse stato in campo un Chiellini, probabilmente avremmo fatto qualcosa in più. I protagonisti sono i giocatori: l'allenatore può fare tanto, ma se gli interpreti sono questi...Molte squadre sono uscite con dignità, noi non lo abbiamo fatto", ha dichiarato Prandelli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Prandelli e il calcio italiano

Infine, l'ex ct della Nazionale italiana ha concluso: "C'è una crisi dei dirigenti in Italia? Questo è dovuto al fatto che ci sono molte proprietà non italiane, sono questi fondi di investimento gestiti da manager e quindi trovano difficoltà a rapportarsi con un calcio che per loro è una cosa diversa. Dobbiamo formare anche nuovi dirigenti, sono tante le cose da fare, ma se non iniziamo continuiamo a ripetere le stesse cose. Bisogna partire subito, senza mettere in discussione Gravina e Spalletti, che non c'entrano nulla. Qui il problema è il movimento calcio in generale. Il tifoso vede sempre il calciatore come quel ragazzo che ha soldi, fama e poi, quando vai in campo, se fa prestazioni come agli Europei, mette in discussione anche l'uomo-calciatore. Mi pare che ultimamente stiamo diventando personaggi: il calcio sta diventando un gioco globale, dove ci sono questi calciatori che diventano dei grandi personaggi. Ma per reggere il personaggio, bisogna avere una grande intelligenza e una grande umiltà. Cristiano Ronaldo è al sesto Europeo e non gli si può mai rimproverare nulla dal punto di vista della prestazione. Cambiare Spalletti? No, assolutamente no".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"La Nazionale è considerata un peso? Da sempre. Quando ho fatto il ct la Lega aveva organizzato la Supercoppa in Giappone quando c'era un'amichevole della Nazionale. Già 15 anni fa non c'erano dei sani rapporti. La prima cosa è mettere d'accordo Figc e Lega. Basta parlare, basta rivangare le cose, dobbiamo capire come far crescere questo movimento. Quando c'è la nazionale tutti diventano tifosi, prima a nessuno frega niente. E 50 milioni di persone diventano ct. Perchè non riusciamo ad esser coinvolti prima di questi eventi per arrivare preparati". Così l'ex ct Cesare Prandelli, ospite di 'Radio anch'io Sport' sui Rai Radiouno sulla crisi del calcio italiano e il fallimento della Nazionale all'Europeo.

L'Italia e il prossimo Mondiale

"Mancata qualificazione al prossimo Mondiale? Il rischio c'è. Quando nel 2014 fummo eliminati, in conferenza stampa dissi: 'ma siamo sicuri che nei prossimi anni ci andremo?' Già ai tempi avevamo dei dati che mostravano un trend di grande negatività in prospettiva: una grandissima competenza e grandi risorse fino ai 19-20 anni, siamo competitivi a livello mondiale ma poi abbiamo un buco incredibile, da anni. Non riusciamo a proporre giocatori in prima squadra, a farli crescere, a dar loro una forza morale forte e quindi li perdiamo. Forse la Federazione deve fare qualcosa in più, deve cercare di farli crescere in casa i ragazzi. Qualche giornalista mi ha chiamato dopo qualche anno dicendomi: 'ai tempi ti abbiamo preso in giro ma dovremmo chiederti scusa'. Ma non è che io sia un indovino. La nostra crisi parte da piccolini, continuiamo a essere in crisi e questo è il momento di fare, di mettere in campo delle proposte, di creare un pool di persone che abbiano voglia di dare qualcosa al calcio. Non servono i contratti, serve la volontà di fare qualcosa", ha aggiunto l'ex ct dell'Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Flop Italia, parla Prandelli: "Lo dissi nel 2014". Su Spalletti e Mondiale...
2
Flop Italia, le parole di Prandelli
3
Prandelli e il calcio italiano