Fagioli tenta Spalletti: la probabile formazione di Italia-Svizzera

Allenamento blindatissimo nel ritiro azzurro, però trapelano possibili sorprese in vista degli ottavi di finale

Luciano Spalletti fa le prove nel fortino di Iserlohn: l'accesso aperto ai tifosi del giorno prima ha lasciato spazio all'ultimo allenamento blindassimo nello stadio bunker, circondato da uomini della sicurezza in continua perlustrazione. Ma se la segretezza è massima, la possibilità di cogliere qualche segnale dai movimenti e dalle sensazioni esiste comunque e parte da una premessa: il ct dovrebbe continuare con il 3-5-2 con cui ha iniziato la gara contro la Croazia. È evidente, infatti, che i giocatori si sentano più sicuri con quel sistema di gioco non foss'altro perché in molti lo anno adottato per tutta la stagione nei loro club: difficile, in poco tempo, assimilare le affascinanti (ma complesse) idee di gioco del ct.

Spalletti, Jorginho non convince

E il confronto ha portato a questa conclusione che Spalletti ha definito «una scorciatoia», ma che in realtà è una nobilissima presa di coscienza che lo ha indotto ad adeguarsi alla realtà dei fatti. Per citare un'altra metafora utilizzata dal ct: l'abito deve essere riconoscibile ma va cucito con la stoffa che si ha a disposizione. E adesso, per sovrammercato, gli tocca pure piazzare alcune toppe qua e là per coprire un buco (quello lasciato da Calafiori al centro della difesa) ma anche per rafforzare la grana del tessuto là dove ha mostrato qualche sfilacciatura. E il primo lembo da sistemare è quello del regista, cervello della manovra sia nella fase di copertura sia, soprattutto, in quella di impostazione. Ecco: è proprio in questo compito che Jorginho (partito titolare in tutte e tre le gare del girone) non ha rubato l'occhio, tanto è vero che lo ha sostituito alla fine del primo tempo con la Spagna e nel corso del secondo tempo contro la Croazia.

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Spalletti, idea Fagioli

E attenzione: in questa occasione al suo posto è entrato quel Nicolò Fagioli che il ct aveva provato, e pensato, titolare nei giorni prima della gara salvo poi accantonare l'idea. Stavolta, però, potrebbe davvero scoccare l'ora del centrocampista della Juventus. Che, lo ricordiamo, è stata una delle convocazioni a sorpresa del ct. Anzi, la vera sorpresa, considerando che Fagioli era reduce da 7 mesi di inattività in seguito alla squalifica per la vicenda scommesse e aveva giocato solo le ultime 2 gare del campionato. Ma Spalletti chiarì così le motivazioni della sua scelta: «È una scelta tecnica – rispose a chi gli propose il paragone con Paolo Rossi nel 1982 – poi sono due storie diverse, Fagioli ha qualità, estro siccome gli manca lo scontro fisico. Il campo valuterà se abbiamo fatto la scelta giusta o sbagliata. Lui dal punto di vista umano ha detto delle bellissime cose, io gli ho parlato il giorno della finale di Coppa Italia a Roma e ho avuto fortuna che ci fosse la Juve. Siamo stati insieme e mi ha fatto una buonissima impressione».

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Fagioli con Barella e Cristante

Considerato che sarebbe appena il caso, per una banale questione di civiltà giuridica, evitare di ribadire questa vicenda come se fosse un fardello da cui non ci i può liberare neppure dopo aver pagato, il ct ha avuto il modo di valutalo anche personalmente in questi giorni di allenamenti e ha avuto la conferma che «vede cose che gli altri non vedono». Inoltre è più fresco dei compagni sia dal punto di vista fisico ma soprattutto da quello mentale perché non ha dovuto fare i conti con lo stress da prestazione. Il dubbio, casomai, è su quello che Spalletti definisce «la scocca», vale a dire la fisicità. Per questo l’idea è quella di mettergli accanto Cristante e Barella nel centrocampo a 5 per proteggerlo dagli avversari e permettergli di innescare esterni e attaccanti. Un poco come accade al quarterback del football americano. Ora, a chi non viene in mente quel che accadde in “Quella sporca ultima meta”? Bella storia..

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Luciano Spalletti fa le prove nel fortino di Iserlohn: l'accesso aperto ai tifosi del giorno prima ha lasciato spazio all'ultimo allenamento blindassimo nello stadio bunker, circondato da uomini della sicurezza in continua perlustrazione. Ma se la segretezza è massima, la possibilità di cogliere qualche segnale dai movimenti e dalle sensazioni esiste comunque e parte da una premessa: il ct dovrebbe continuare con il 3-5-2 con cui ha iniziato la gara contro la Croazia. È evidente, infatti, che i giocatori si sentano più sicuri con quel sistema di gioco non foss'altro perché in molti lo anno adottato per tutta la stagione nei loro club: difficile, in poco tempo, assimilare le affascinanti (ma complesse) idee di gioco del ct.

Spalletti, Jorginho non convince

E il confronto ha portato a questa conclusione che Spalletti ha definito «una scorciatoia», ma che in realtà è una nobilissima presa di coscienza che lo ha indotto ad adeguarsi alla realtà dei fatti. Per citare un'altra metafora utilizzata dal ct: l'abito deve essere riconoscibile ma va cucito con la stoffa che si ha a disposizione. E adesso, per sovrammercato, gli tocca pure piazzare alcune toppe qua e là per coprire un buco (quello lasciato da Calafiori al centro della difesa) ma anche per rafforzare la grana del tessuto là dove ha mostrato qualche sfilacciatura. E il primo lembo da sistemare è quello del regista, cervello della manovra sia nella fase di copertura sia, soprattutto, in quella di impostazione. Ecco: è proprio in questo compito che Jorginho (partito titolare in tutte e tre le gare del girone) non ha rubato l'occhio, tanto è vero che lo ha sostituito alla fine del primo tempo con la Spagna e nel corso del secondo tempo contro la Croazia.

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