"Milanista da bambino, interista per professione"
La scorsa stagione invece...
"Stavo andando benone in prestito alle 'Foxes' (ndr: 25 partite, 3 gol e 2 assist incluse le Coppe nazionali) poi trionfatrici in Championship ovvero promosse in Premier. A metà gennaio però il Chelsea, proprietario del mio cartellino fino al 2028, mi ha richiamato a casa. E con Pochettino è stato abbastanza difficile per me. Ho disputato solo spezzoni, 11 presenze ma un totale di appena 71 minuti in campo, al massimo nell’ultimo quarto d’ora e soprattutto subentri da 1’, 4’, 5’, 8’... Non ero molto felice. Tutti vorrebbero giocare un po’ di più".
In estate ci sono state anche voci di mercato che ti hanno riguardato: Napoli, Milan, pure la Juve.
"Dopo aver parlato con l’allenatore, ero sicuro al 100% che la decisione di restare sarebbe stata la migliore. Maresca mi ha detto cosa ne pensa, non ho avuto dubbi. Sono rimasto qui senza valutare possibili prestiti. Né al momento lo penso per il prossimo mercato invernale. Non potrei essere più orgoglioso di giocare per il Chelsea. Lo spirito di competizione è stato proprio uno dei motivi per cui ho deciso di non andar via".
Ti hanno paragonato a Milinkovic-Savic, a Rodri e anche a Ballack, ex “motore” del Chelsea...
"Ne sono lusingato, mi sono ispirato al serbo ora in Arabia. Ci accomunano ruolo e caratteristiche fisiche: io sono alto 1,90 e peso 88 chili. Ma ho tanta strada da percorrere. Da bambino avevo come idolo Kaká e parteggiavo per il Milan. Sono però diventato un professionista e la mia prima squadra in A è stata l’Inter, con cui non nutro nessun rancore per la cessione".