Perché nessuno dà l'assalto a Chiesa
Il difetto, tornando all’attuale situazione di Federico Chiesa, è anche puramente tecnico. Siamo al culmine dell’Europeo che ha opacizzato gli attaccanti puri: Lukaku, Ronaldo, Mbappe, Vlahovic e un po’ anche Kane e Morata seppure finalisti. Tutti in periferia quelli che sembravano centrali per il destino delle loro squadre. Hanno invece brillato di luce propria gli uomini di fascia e fantasia. Scatti e controscatti. Oltre ai due giovani fenomeni spagnoli, Musiala e Wirtz per la Germania, gli immensi Foden e Saka a prescindere da Bellingham per l’Inghilterra, addirittura Kvara che nella Georgia gioca palesemente da seconda punta, a dispetto dell’impiego consolidato nel Napoli. Insomma: hanno brillato tutti i Chiesa, meno l’originale. Però basta (basterebbe) avere Fede: grazie alla riscoperta di chi punta l’uomo, il mercato internazionale dovrebbe aprire numerose opportunità. Eppure sul 7 juventino sembra ci sia una generica attenzione al prezzo conveniente, non l’assalto all’outlet dei giocatori a un anno dalla scadenza. Segno che Chiesa non convince tecnicamente. Magari si riprenderà, prima o poi, ma non è ancora tornato lo splendido talento che pur non giocando punta riusciva a “puntare” come pochi l’avversario di turno. Di sicuro genera qualche dubbio anche in ambito tattico. Sinistra, destra o “terzo polo”, cioè seconda punta, l’impressione è che si discuta (a vuoto) sulla sua posizione perfino più che in politica. Infine, medaglia di bronzo delle perplessità: l’ingaggio. I sei milioni dell’ultima busta paga non sono troppi in generale, ma in particolare sì. Almeno, questo è ciò che pensano sia il mercato italiano sia quello internazionale.