Un calcio bello e innovativo
Tutto molto bello, certo. Nel calcio, però, che tu sia un calciatore o un allenatore, a darti una vera identità sono sempre e solo i risultati. Di allenatori con personalità spiccata e carisma da vendere, ma allergici alle vittorie, è piena la storia del football. Il percorso del tecnico Postecoglu racconta, però, di un allenatore capace di vincere ovunque. Una bella abitudine che sembra già aver attecchito anche nel nord di Londra, dove, oltre alla grande personalità dell’australiano, la gente ha già ampiamente intravisto le qualità di un tecnico preparato, innovativo e sostenitore di un calcio offensivo e di comando. Un calcio che ha condotto il Tottenham, in modo del tutto inaspettato, a guardare tutti dall’alto in basso, in testa alla classifica della Premier e ancora imbattuto proprio come gli eterni rivali dell’Arsenal. L’australiano ha rivoltato come un calzino le convinzioni tattiche di una rosa eccessivamente bloccata su idee di calcio troppo difensive. Grande gestione del possesso, terzini invertiti, occupazione del centrocampo e una costante propensione ad attaccare con le tre punte e i due esterni di difesa. Il risultato è una squadra bella da vedere, capace di gestire i momenti della gara, di dominare anche contro formazioni di grandissimo livello e, soprattutto, mai doma: la circostanza stessa di aver ottenuto due delle tre vittorie casalinghe quando ormai i tifosi erano già pronti a lasciare lo stadio è il sintomo più evidente di una rinnovata voglia di lottare.
I giocatori farebbero di tutto per lui
Una capacità di entrare nella testa dei propri giocatori che è tipica dei grandi e che viene fuori come in un ritratto d’autore dalle parole di uno dei calciatori che più ha beneficiato della cura Postecoglou, l’ex Leicester Maddison: «È arrivato e ha portato il suo modo di giocare e i suoi metodi. Il modo in cui ci fa allenare giorno dopo giorno è contagioso. Non c'è un giorno in cui esci dal campo e sei poco convinto. Ogni suo allenamento è intenso, è duro, ma i frutti li raccogliamo in campo. Ange è innanzitutto un brav'uomo. La prima cosa che ci ha detto in uno dei suoi primi giorni è stata "siate persone brave e oneste e andremo d'accordo". Questa è una delle cose in cui crede di più e lo si capisce dal modo in cui lui stesso si comporta e da come parla alla gente che è un brav'uomo. È aperto, onesto e va dritto al punto. È molto diretto e non c'è da scherzare con lui, ma è una boccata d'aria fresca. Nessuno vuole allenatori che diano messaggi contrastanti e abbiano dei favoriti. È un bravo uomo che lavora sodo, e su questo che basa le sue squadre. È contagioso per noi giocatori, che in campo daremmo tutto per lui». Insomma, come direbbe Robbie Williams, "I'm loving Big Ange instead".