I segreti della Liga e il futuro del calcio
Qual è il segreto della Liga per lo sviluppo dei giovani? Nella nostra classifica del Golden Boy, la Liga domina sempre con il maggior numero di under 21. Qual è stata secondo lei la politica più efficace per favorire lo sviluppo dei talenti in Spagna?
"I grandi settori giovanili che tradizionalmente sono sempre stati una caratteristica spagnola e il fatto che una parte dei soldi della Liga sono destinati specificatamente ai settori giovanili. Poi le seconde squadre, perché giocando solo fra coetanei i giovani non crescono, invece con le squadre inserite nella piramide agonistica i giovani talenti si confrontano con giocatori più esperti e più forti, così maturano più velocemente".
Quale giovane della Lega l’ha più entusiasmata negli ultimi tempi?
"Lamine Yamal, ce ne sono tanti, ma Yamal ha avuto un’evoluzione straordinaria. È un giocatore elettrico, gioca in attacco con una responsabilità notevole. È veramente incredibile".
A distanza di più di cinque anni dall’introduzione del Var nei vari campionati e nelle competizioni internazionali, qual è il suo bilancio su questo strumento?
"Fortemente migliorabile. La tecnologia c’è, ma ci sono le interpretazioni della stessa e le polemiche non mancano. Va migliorata la tecnologia così come l’interpretazione. Adesso il fuorigioco automatico aiuta, ma l’interpretazione del Var genera le stesse polemiche di prima".
È sempre convinto che la Goal Line Tecnology non serva alla Liga?
"La Goal Line Technology non offre precisione assoluta e poi serve per un caso all’anno. E allora se non è esattamente precisa e serve una volta all’anno, forse non è così utile o determinante. E poi c’è il Var che può intervenire in quei casi".
Ha annunciato delle partite della Liga negli Stati Uniti nella stagione 2025/26: crede che il Mondiale 2026 aprirà definitivamente il mercato americano al calcio?
"Credo che dipenderà molto dal risultato della nazionale statunitense. Il successo dello sport negli Usa dipende dal fatto che loro vogliono essere i migliori del mondo, se lo sono si appassionano a quello sport. Ma non ho ancora molti dati per valutare questo scenario".
Ultima domanda, molto aperta: che futuro vede per lo sport del calcio?
"Sono molto preoccupato. Ci sono le sfide della Fifa e delle grandi organizzazioni che sanno solo creare nuove competizioni, ma non analizzano bene l’industria e prendono decisioni che danneggiano i campionati nazionali, che sono la base della piramide. Bisogna limitare tutto questo perché altrimenti si uccidono i campionati nazionali. La seconda sfida è contro i pirati televisivi, secondo me le grandi competizioni e le piccole devono prendere sul serio questa situazione e fare di più. Invece di creare competizioni che arricchiscono solo l’élite, si dovrebbe combattere la pirateria che prosciuga il 30 o il 40% delle risorse del calcio mondiale".