"Sinner e quella lunga chiacchierata in Australia: mi colpì la sua ossessione"

Vincenzo Santopadre, ex tennista ed ex allenatore di Matteo Berrettini, elogia l'altoatesino per il primo posto nel ranking ATP dopo aver spodestato la leggenda Djokovic

Non nasconde la sua gioia e soddisfazione Vincenzo Santopadre per il traguardo raggiunto da Jannik Sinner, primo azzurro nella storia a salire sul trono del tennis. «E’ davvero un bel numero 1 del mondo, e non credo di parlare solo da italiano. Merita solo applausi, tanto di cappellosottolinea il 52enne allenatore romano che ha portato Matteo Berrettini fino alla sesta poltronaperché non si arriva per caso in vetta alla classifica. Mi fa veramente piacere che Jannik sia riuscito a coronare questo sogno che aveva dentro fin da piccolo, con un percorso finalizzato a realizzare tale desiderio, con una mentalità fuori dal comune, da autentico fuoriclasse. E aldilà di quelle che sono le sue straordinarie doti di atleta, mi piace sottolineare come Sinner sia apprezzato ovunque per il suo comportamento e il suo modo di essere, rispettoso con tutti, un ragazzo eccezionale dal punto di vista umano. E io, lasciatemelo dire, mi sento orgoglioso di essere rappresentato da un giovane del genere, che non perde occasione di dimostrarsi sensibile. Non a caso è amico di Lorenzo Sonego e va molto d’accordo con Matteo Berrettini, perché si trova in sintonia con la loro spontaneità e il loro modo di approcciare la vita. Jannik è una persona vera, ancorata a certi sani valori, quelli che i genitori insegnavano alla mia generazione, insomma un figlio di altri tempi, con fondamenta forti, proprio grazie alla famiglia».

Santopadre e l'ossessione di Sinner

Il mancino, da giocatore arrivato al n.100 del ranking Atp, da febbraio è nel team del francese Luca Van Assche, però da capitano del team tricolore di Atp Cup ha avuto in rosa nell’edizione 2022 proprio il campione di Sesto Pusteria. «Abbiamo chiacchierato a lungo negli spogliatoi quella volta in Australia - ricorda Santopadre - e devo riconoscere che sono rimasto colpito dalla ferrea determinazione e dedizione di Jannik a procedere nel suo percorso per puntare al massimo, la definirei una ossessione in senso positivo».

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Gli elogi di Santopadre al team Sinner

 Da allenatore, poi, Santopadre riconosce i meriti della squadra al fianco del 22enne altoatesino. «Se non hai accanto persone della tua stessa pasta rischi di destabilizzarti. Conosco da una vita Simone Vagnozzi e poi ho avuto il piacere di apprezzare anche Darren Cahill. Senza dimenticare poi il ruolo avuto da Riccardo Piatti, al quale la famiglia lo ha affidato da ragazzino e che l’ha plasmato in anni importantissimi non solo per la formazione dell’atleta ma dell’uomo. Non ha senso fare paragoni, ma solo dire bravissimi a tutti coloro che hanno contribuito a tirare fuori al meglio le qualità di questo giovane, capace di rimanere con i piedi per terra, tutt’altro che scontato viste fama, ricchezza e notorietà che gli sono piombate addosso, rendendolo una star che ha su di sé gli occhi di un intero Paese, non solo degli appassionati di tennis».

Effetto Sinner

Ora che è il primo italiano a spingersi in vetta lo sport della racchetta nella Penisola conoscerà un ulteriore boom. «Ne beneficerà tutto il movimento, i circoli e le scuole tennis. Ma credo anche i suoi colleghi connazionali, a cominciare da Musetti, con cui in passato si era creato un piccolo dualismo. Lorenzo potrà esprimersi ancora meglio, questo almeno il mio augurio», l’auspicio di Santopadre, che vede un Sinner protagonista anche alle imminenti Olimpiadi, teatro sempre il Roland Garros. «Una delle sfide di Jannik era proprio quella di crescere sulla terra e sta dimostrando di essere sempre più competitivo anche su questa superficie. Del resto, ha una mentalità votata al miglioramento e per come lo conosco io non si accontenterà di aver raggiunto la cima della classifica, ma vorrà scrivere pagine di storia anche ai Giochi: è destinato a migliorarsi ancora, è un campione che non conosce l’appagamento».

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Non nasconde la sua gioia e soddisfazione Vincenzo Santopadre per il traguardo raggiunto da Jannik Sinner, primo azzurro nella storia a salire sul trono del tennis. «E’ davvero un bel numero 1 del mondo, e non credo di parlare solo da italiano. Merita solo applausi, tanto di cappellosottolinea il 52enne allenatore romano che ha portato Matteo Berrettini fino alla sesta poltronaperché non si arriva per caso in vetta alla classifica. Mi fa veramente piacere che Jannik sia riuscito a coronare questo sogno che aveva dentro fin da piccolo, con un percorso finalizzato a realizzare tale desiderio, con una mentalità fuori dal comune, da autentico fuoriclasse. E aldilà di quelle che sono le sue straordinarie doti di atleta, mi piace sottolineare come Sinner sia apprezzato ovunque per il suo comportamento e il suo modo di essere, rispettoso con tutti, un ragazzo eccezionale dal punto di vista umano. E io, lasciatemelo dire, mi sento orgoglioso di essere rappresentato da un giovane del genere, che non perde occasione di dimostrarsi sensibile. Non a caso è amico di Lorenzo Sonego e va molto d’accordo con Matteo Berrettini, perché si trova in sintonia con la loro spontaneità e il loro modo di approcciare la vita. Jannik è una persona vera, ancorata a certi sani valori, quelli che i genitori insegnavano alla mia generazione, insomma un figlio di altri tempi, con fondamenta forti, proprio grazie alla famiglia».

Santopadre e l'ossessione di Sinner

Il mancino, da giocatore arrivato al n.100 del ranking Atp, da febbraio è nel team del francese Luca Van Assche, però da capitano del team tricolore di Atp Cup ha avuto in rosa nell’edizione 2022 proprio il campione di Sesto Pusteria. «Abbiamo chiacchierato a lungo negli spogliatoi quella volta in Australia - ricorda Santopadre - e devo riconoscere che sono rimasto colpito dalla ferrea determinazione e dedizione di Jannik a procedere nel suo percorso per puntare al massimo, la definirei una ossessione in senso positivo».

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