Sinner, la brutalità e la dolcezza
Ha dovuto alzare sul serio il livello stavolta, Sinner. Ha servito come una catapulta rivolta verso il basso. Ha tirato delle seconde migliori di tante prime. Ha azionato risposte contro le leggi della fisica. Ha sparato dritti incrociati che facevano i buchi sul cemento e rovesci lungolinea che sembravano decollare, ma sempre dentro le righe. Ha tenuto botta in scambi sfiancanti per chi li vedeva, figuriamoci per loro che li hanno giocati. Ha liftato smorzate sublimi passando di colpo - prodigiosamente, spudoratamente - dalla violenza più brutale a una delicatezza quasi erotica. Ha omaggiato con dolcezza il giudice arbitro che va in pensione, facendo piangere pure lui.
Sinner, 2024 da favola
Ha vinto le Finals senza perdere un set: l’ultimo era stato Lendl, 38 anni fa. Un 2024 di 70 vittorie, 8 titoli, 2 Slam. Ora la Davis. E quando l’avrà giocata, e possibilmente vinta, si metterà a pensare a come riuscirci pure a Parigi e a Wimbledon. Leggenda, sì. Anzi, insane. Grazie, Jannik. Ti vogliamo bene. Tanto. Quando sorridi così e diventi tutto rosso come i tuoi capelli, poi...