Sinner e Alcaraz: i due totem del tennis mondiale
Ci si può chiedere, a questo punto, se il tennis attuale, che in questo 2024 ha affrontato per vie dirette le problematiche di un ricambio al vertice atteso ormai da venti anni, abbia già creato e stia creando i nuovi emuli di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, numero uno e due della classifica, sebbene vi sia chi muove da considerazioni quali l’esatta divisione avvenuta nei tornei del Grand Slam – all’italiano quelli sul cemento, allo spagnolo i due su terra ed erba – per decretare che un ranking realmente rappresentativo dovrebbe concedere certamente a Sinner il numero uno, ma ad Alcaraz il numero uno e mezzo. Opinioni, come si vede… Così com’è opinabile la possibilità che proprio la finale del Six Kings Slam vinta da Sinner sul rivale, a Riad, con tutto il suo lusso, i lustrini, i milioni di dollari in palio e le limousine ad attendere i tennisti per riportarli nelle splendide suite dove hanno alloggiato, abbia fatto da acceleratore ai processi di emulazione già in atto. Si sa, soldi e notorietà, conquistano sempre la fantasia.
Il tennis suona a ritmo di Sinner e Alcaraz
Di fatto, in poco tempo, Sinner e Alcaraz, i SinAl, sembra abbiano convinto un bel po’ di giovani e aitanti tennisti che la strada maestra sia quella di imparare da loro, la solidità al ritmo folle di una batteria in nove ottavi (nel caso, ascoltate l’inizio di “Voices!” dei Dream Theater) dal tennis di Sinner, e l’inserimento continuo di variabili dai momenti migliori del tennis di Alcaraz. Un contributo, in larga parte banale, viene anche dalla comunicazione che attribuisce facili nickname ai tennisti più giovani ma già in grado di mettersi in mostra. I piccoli Sinner e i nuovi Alcaraz già abbondano.