I tornei di esibizione tornano di moda
Negli anni Settanta, i primi del circuito open, le esibizioni addirittura si moltiplicarono. Era un modo per far conoscere i campioni in un mondo diviso tra Paesi che il tennis lo conoscevano e praticavano da tempo, e Paesi che non lo avevano mai visto. Si andava ovunque, in Colombia, in Perù, ad Aruba. Gli ingaggi erano buoni e aiutavano a far quadrare i bilanci di tennisti già alle prese con stagioni lunghe e (tra viaggi e alberghi) anche assai dispendiose. Erano gli anni che una vittoria al Roland Garros “pagava” 30 mila dollari al vincitore. Gli ultimi US Open ne hanno messi in palio 100 mila per i perdenti al primo turno.Una delle più ambite nacque ad Anversa, la città dei diamanti. Si trattava di una esibizione “di Stato”, un po’ come quella di Riad, organizzata per poter chiedere più avanti un torneo. La paga era buona e il miraggio per il vincitore era di mettere le mani, prima o poi, sulla favolosa racchetta di pietre preziose, un gioiello a grandezza reale con incastonati 1420 diamanti. Occorreva vincere tre volte in cinque partecipazioni, per portarsela via. Vi riuscirono solo Ivan Lendl e Amelie Mauresmo. A Roma ci provò Carlo Della Vida, l’organizzatore più importante nei Settanta. Il tentativo durò due sole stagioni, sul campo in terra rossa dentro il PalaEur, nel quale i piedi affondavano. Vi parteciparono grandi campioni e fu l’occasione per vedere Panatta in doppio con Rod Laver.
Dalla Laver Cup al Six Kings Slam
Oggi l’esibizione più importante è la Laver Cup, voluta dalla Team8 di Roger Federer. Organizzazione principesca, televisioni e seguito mediatico, sotto l’egida dell’ATP. Ora Riad, che comincia oggi, ancora più ricca ma con ben altre pretese. Da ieri sera gira il video dell’arrivo di Sinner, accolto come una star. Mazzo di fiori, tazza di tè, succo di frutta. E un milione e mezzo di dollari garantito. Ma se vincerà, saranno 6. E lui ha già staccato tutti nella classifica, momentanea relativa ai montepremi con 12 milioni. Sinner è ufficialmente entrato nell’olimpo degli sportivi più ricchi. E partendo dal tennis al cospetto di sport che muovono per i giocatori molto più denaro, è affare per pochissimi eletti. Diventare il re dei re, sarebbe un altro trofeo. Del resto Jannik uno dall’Arabia già lo alzerà. Lo sponsor della Coppa per il n. 1 di fine anno è di PIF, il fondo arabo che dà anche il nome alla classifica ed è il nuovo partner dell’Atp Tour.