I partecipanti al Six Kings Slam
Dunque ai Re Giullari viene richiesto anche un ruolo da Apripista Milionari. Sapranno titillare e sollazzare il giusto le aspettative del futuro re saudita e convincerlo che i soldi destinati al tennis sono ben spesi? I sei convocati a corte sono il Djokovic dei 24 Slam e il Nadal dei 22, cui è stato concesso un “bye” per meriti storici acquisiti ed età raggiunta. Saranno gli avversari in semifinale di Sinner e Medvedev, che si affronteranno per misurarsi con Djokovic, e di Alcaraz e Rune, il cui obiettivo sarà Nadal. Come si vede tra i sei c’è anche un “non vincitore di Slam”, Holger Vitus Rune, il “prence bilioso” della Danimarca, la cui presenza potrebbe significare che qualche “no, grazie” vi sia stato, oppure, più semplicemente, che in Arabia il giovane Rune abbia un seguito che nel Resto del Mondo non ha. Del resto, i vincitori di Slam in attività (per poco, nel caso di Rafa), dopo l’annunciato ritiro di Thiem, sono solo cinque.
Six Kings Slam: montepremi mai visto
Che l’esibizione dorata cominci, dunque. Non è la prima, e non sarà l’ultima. È semplicemente la più ricca… La storia delle esibizioni fa da architrave (secondaria, non principale) allo sviluppo del nostro sport, sin dai primi anni del Novecento, e vede coinvolti tutti i grandi campioni, nessuno escluso. Divenne professionista nel 1926 Suzanne Lenglen, pur di non rinunciare a un ricco ingaggio in dollari (50 mila) per giocare una serie di match con la più forte statunitense di quegli anni, Mary Browne, e la sconfisse per 33 volte di seguito. Gran parte del circuito professionistico, prima che gli investitori sganciassero i soldi sufficienti a organizzare i primi tornei, si svolse nella logica delle esibizioni. Che si giocavano ovunque vi fosse uno spazio adeguato. Ne vennero organizzate alcune perfino nelle sale da ballo.