Le parole di Cobolli
Non sono mancati ancora una volta gli incitamenti di Matteo nei confronti del più piccolo di casa, Flavio Cobolli, che è sceso in campo dopo di lui contro Tallon Griekspoor, tennista esperto e molto temibile su questo tipo di superficie. Gran prova del 22enne romano che ha vinto la sua prima partita in Coppa Davis al secondo tentativo. Evidente la sua soddisfazione al termine, con braccia levate al cielo e in ginocchio sul duro dell’Unipol Arena. Poi la gioia condivisa, il sogno che si avvera, un altro in una stagione del vero salto di categoria. Non a caso sarà anche “alternates” in Laver Cup, dimostrazione di stima anche dei grandi dell’ambiente nei suoi confronti: «Non riesco a stare fermo – ha esordito quando gli è stato ricordato che a pochi minuti dal suo match faceva ancora capolino in tribuna a tifare per il compagno - anche se devo riscaldarmi per entrare sul terreno di gioco. Voglio sempre far sentire il mio calore a tutti e considerarmi parte della squadra, oggi mi ci sento. Sono molto contento e fiero di me stesso. Voglio ringraziare tutti perché questa non è solo una mia vittoria ma della squadra e dell’intero staff. Ognuno di loro dà il massimo e ci fa sentire speciali. È stata una settimana che difficilmente dimenticherò. Prima della partita Sinner mi ha ribadito di divertirmi, detto da lui è molto importante per me. Quando era in panchina sentivo la pressione, volevo fargli vedere che sono migliorato... meno male che se n’è andato».
Il percorso di Cobolli
Un percorso, il suo per arrivare in alto, a volte tortuoso: «Non tutti credevano inizialmente in me e in mio padre ma noi abbiamo sempre pensato di poter fare ottime cose e oggi siamo dove meritiamo di essere. Cercheremo di andare ancora oltre». Un giorno comunque da mettere nella bacheca dei ricordi, il 15 settembre: «Questa vittoria mi darà una spinta in più per concludere bene la stagione e pensare a una convocazione anche per le Finals di Davis a Malaga. Un anno già importante e nel quale ho fatto passi da gigante nel ranking e soprattutto nella consapevolezza nei miei mezzi».