Sinner, dal complimento più bello all'amore dei tifosi
Il complimento più bello: "Quello poco prima della finale che mi ha detto Darren Cahill riguardo a come ho gestito tutta questa situazione. Mi ha domandato: chi credi siano le due persone più fiere e felici di te?. L’ho guardato e gli ho detto: non lo so. E lui: i tuoi genitori... Questo mi ha fatto sentire molto bene, mi sono venuti i brividi perché lui - essendo padre e sapendo tutto ciò che ho passato in questi quattro mesi - mi ha fatto capire che tutto questo va oltre il tennis. Dopo il match point con Fritz ho chiuso gli occhi e guardato il cielo. Ho pensato: accetta le difficoltà e vai avanti". L’amore della gente: "Lo sento, anche il calore di chi guarda da casa, l’Italia mi ha spinto durante gli Us Open. Sento sempre l’affetto degli italiani a prescindere dal luogo e dall’ora in cui gioco. Vi voglio bene. E anche il pubblico sul campo è stato splendido: non sapevo come avrebbe reagito a tutta la vicenda, l’ha fatto nel modo più bello».
Sinner è già nella storia
Il valore di questi risultati: "Faccio tanti sacrifici per essere in questa posizione e quindi sono la prima persona contenta dei traguardi che riesco a raggiungere. Questa stagione sta andando in modo incredibile: ho vinto due Slam, dei Masters 1000 e anche qualche 500. Però so anche che il lavoro non finisce mai, ci saranno sempre giocatori che ti metteranno in difficoltà e proprio quelle rivalità ti permettono di diventare ancora più forte. E mi fa strano essere considerato un esempio: in fondo ho 23 anni". Due Major: "Vincere due Slam in un anno è abbastanza sorprendente, soprattutto vincere questo torneo, iniziato senza troppe aspettative. Sono state due emozioni diverse, a Melbourne l’ho vissuta come un sollievo perché lavori ogni giorno per questi obiettivi. Qui, invece, ero in una posizione diversa, da favorito, La pressione è una cosa bella da avvertire, e mi sento fortunato ad averla. Per tanto tempo ho vissuto notti agitate, spesso non ho dormito, durante gli Us Open ho ricominciato ad essere me stesso. E questo è più importante del risultato".
La dedica alla zia e la Coppa Davis
La dedica alla zia: "Non penso mai prima ai discorsi che potrei fare, in quello sono molto istintivo. Mia zia è importante, con lei ho trascorso tanto tempo da piccolo. Mi portava alle gare di sci quando i miei genitori erano impegnati per lavoro. Viaggiando tanto, purtroppo passo poco tempo con le persone a cui tengo. E mi dispiace". A Bologna per la Davis: "Giocare non avrebbe avuto senso, sarei arrivato non al 100% e quindi poco utile alla squadra. Penso di andare domenica per la sfida con l’Olanda, soprattutto se decisiva, è importante stare accanto ai ragazzi. E comunque la stagione non è finta: le Finals di Torino sono un grande obiettivo".