Sinner party wild? No, hamburger e patatine. "E vi dico il complimento più bello"

Lo Jannik che non si vede, quello fuori dal campo di gioco: "Il mio relax, l'amore degli italiani, le cose in testa..."

Un campione a tutto tondo, anche e soprattutto di umanità. Lo ha dimostrato una volta di più Jannik Sinner dopo aver conquistato gli US Open, suo secondo titolo Slam dopo il trionfo di inizio anno a Melbourne. Dalla sentita dedica alla zia con il trofeo in mano al modo sobrio con cui ha celebrato un’impresa storica. Un exploit accompagnato da tante dichiarazioni, ecco i temi più significativi toccati dal 23enne azzurro, senza retorica. Come festeggiare un successo del genere: "Quando vinco tornei importanti mi ritrovo con le persone che mi stanno vicino, con il mio team per dare vita al nostro rito che prevede hamburger, patatine fritte e una Coca. Ci godiamo il momento, poi facciamo anche altre cose, ma quello è il mio preferito perché mi fa capire che adesso ho un po’ di relax".

Sinner: "Avevo tante cose nella testa"

Che cosa riportare in Italia: "Da dove sono partito e dove sono arrivato, dai dubbi iniziali fino alla vittoria. È stato un torneo molto complesso, anche a causa delle circostanze che hanno caratterizzato la vigilia. Avevo tante cose nella testa, dopo il match con O’Connell mi sono sentito un po’ meglio e ho alzato il livello. Con Paul è andata sempre meglio, ho trovato il ritmo e dopo la vittoria con Medvedev ho sentito belle sensazioni e mi ha dato una spinta. Poi in semifinale e finale di uno Slam ti senti sempre in modo diverso, ci metti più energia. Capisci il momento e lo vivi, onorato di far parte di un evento del genere".

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Sinner, dal complimento più bello all'amore dei tifosi

Il complimento più bello: "Quello poco prima della finale che mi ha detto Darren Cahill riguardo a come ho gestito tutta questa situazione. Mi ha domandato: chi credi siano le due persone più fiere e felici di te?. L’ho guardato e gli ho detto: non lo so. E lui: i tuoi genitori... Questo mi ha fatto sentire molto bene, mi sono venuti i brividi perché lui - essendo padre e sapendo tutto ciò che ho passato in questi quattro mesi - mi ha fatto capire che tutto questo va oltre il tennis. Dopo il match point con Fritz ho chiuso gli occhi e guardato il cielo. Ho pensato: accetta le difficoltà e vai avanti". L’amore della gente: "Lo sento, anche il calore di chi guarda da casa, l’Italia mi ha spinto durante gli Us Open. Sento sempre l’affetto degli italiani a prescindere dal luogo e dall’ora in cui gioco. Vi voglio bene. E anche il pubblico sul campo è stato splendido: non sapevo come avrebbe reagito a tutta la vicenda, l’ha fatto nel modo più bello».

Sinner è già nella storia

Il valore di questi risultati: "Faccio tanti sacrifici per essere in questa posizione e quindi sono la prima persona contenta dei traguardi che riesco a raggiungere. Questa stagione sta andando in modo incredibile: ho vinto due Slam, dei Masters 1000 e anche qualche 500. Però so anche che il lavoro non finisce mai, ci saranno sempre giocatori che ti metteranno in difficoltà e proprio quelle rivalità ti permettono di diventare ancora più forte. E mi fa strano essere considerato un esempio: in fondo ho 23 anni". Due Major: "Vincere due Slam in un anno è abbastanza sorprendente, soprattutto vincere questo torneo, iniziato senza troppe aspettative. Sono state due emozioni diverse, a Melbourne l’ho vissuta come un sollievo perché lavori ogni giorno per questi obiettivi. Qui, invece, ero in una posizione diversa, da favorito, La pressione è una cosa bella da avvertire, e mi sento fortunato ad averla. Per tanto tempo ho vissuto notti agitate, spesso non ho dormito, durante gli Us Open ho ricominciato ad essere me stesso. E questo è più importante del risultato".

La dedica alla zia e la Coppa Davis

La dedica alla zia: "Non penso mai prima ai discorsi che potrei fare, in quello sono molto istintivo. Mia zia è importante, con lei ho trascorso tanto tempo da piccolo. Mi portava alle gare di sci quando i miei genitori erano impegnati per lavoro. Viaggiando tanto, purtroppo passo poco tempo con le persone a cui tengo. E mi dispiace". A Bologna per la Davis: "Giocare non avrebbe avuto senso, sarei arrivato non al 100% e quindi poco utile alla squadra. Penso di andare domenica per la sfida con l’Olanda, soprattutto se decisiva, è importante stare accanto ai ragazzi. E comunque la stagione non è finta: le Finals di Torino sono un grande obiettivo".

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Un campione a tutto tondo, anche e soprattutto di umanità. Lo ha dimostrato una volta di più Jannik Sinner dopo aver conquistato gli US Open, suo secondo titolo Slam dopo il trionfo di inizio anno a Melbourne. Dalla sentita dedica alla zia con il trofeo in mano al modo sobrio con cui ha celebrato un’impresa storica. Un exploit accompagnato da tante dichiarazioni, ecco i temi più significativi toccati dal 23enne azzurro, senza retorica. Come festeggiare un successo del genere: "Quando vinco tornei importanti mi ritrovo con le persone che mi stanno vicino, con il mio team per dare vita al nostro rito che prevede hamburger, patatine fritte e una Coca. Ci godiamo il momento, poi facciamo anche altre cose, ma quello è il mio preferito perché mi fa capire che adesso ho un po’ di relax".

Sinner: "Avevo tante cose nella testa"

Che cosa riportare in Italia: "Da dove sono partito e dove sono arrivato, dai dubbi iniziali fino alla vittoria. È stato un torneo molto complesso, anche a causa delle circostanze che hanno caratterizzato la vigilia. Avevo tante cose nella testa, dopo il match con O’Connell mi sono sentito un po’ meglio e ho alzato il livello. Con Paul è andata sempre meglio, ho trovato il ritmo e dopo la vittoria con Medvedev ho sentito belle sensazioni e mi ha dato una spinta. Poi in semifinale e finale di uno Slam ti senti sempre in modo diverso, ci metti più energia. Capisci il momento e lo vivi, onorato di far parte di un evento del genere".

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