Sinner e Gucci
Fra tutti gli sponsor citati, però, è stato Gucci con la borsa che porta il suo nome, “JS”, a colpire la fantasia, e la foto di Sinner che entra sul Centrale di Wimbledon dietro Djokovic, due anni fa, con due sacche, una per le racchette, e l’altra di medie dimensioni, dove racchiudere documenti, orologio, collanine e tutto il resto che un tennista si trascina sul campo, divenne subito famosa. Proprio in quel momento la borsa “JS” è passata alla storia facendo di Jannik un emulo maschile e tennistico di Jackie Kennedy che sfoggiava la “Jackie 1961” mentre stava per trasformarsi in signora Onassis oppure di Audrey Hepburn che con la “Speedy” di Louis Vuitton in mano cercava un posto sulla Quinta dove fare colazione. Testimonial del lusso, si dirà, in un luogo dove il lusso non ha bisogno di farsi marchio perché, oltre alla tradizione, è presente nella stessa aria che si respira. Cui gli organizzatori di Wimbledon dettero la possibilità di infrangere svariati tabù riunendosi due volte nei sei mesi precedenti il torneo. Ma l’idea che, attraverso Sinner, fosse possibile fare l’occhiolino a tutte le aziende del lusso europeo e americano, offrendo una chance per prendere posto dentro il Tempio, faceva gola anche ai tenutari del torneo più antico del tennis.
Gli 'affari' di Sinner
Se la Nike è lo sponsor principale, la somma procurata dagli altri brand che ruotano intorno al numero uno è assai probabile superi oggi i 5 milioni di euro, forse i sette, ed è destinata a crescere con le vittorie del tennista. Che è bravo ad amministrarsi anche fuori dalle consuete rotte del tennis. Una recente incursione del Il Sole 24 Ore negli affari di Sinner, facilitata dalla decisione del Principauté di rendere pubblici, per la necessaria trasparenza richiesta da tutti gli stati europei, i contratti che riguardano i cittadini che usufruiscono dell’abolizione delle imposte personali decise nel febbraio 1869 dal principe Carlo terzo, ha offerto un’ampia panoramica dell’attuale valore economico del tennistia. Nei documenti si collegano al nome di Sinner una holding, una finanziaria e due società immobiliari, con una propaggine italiana a Milano, dove il gruppo è proprietario di uffici per un valore di 3,6 milioni di euro.