Carini: “Non sono nessuno per giudicare”
"Io non sono nessuno per giudicare o prendere una decisione, se questa ragazza è qui ci sarà un motivo. Io ho combattuto e sono salita sul ring nonostante le mille polemiche che ci sono state, io non sono nessuno per giudicare. Ho sentito dei colpi molto forti, ho preso colpi, sono una combattente e la mia nazionale lo sa, sono una che anche davanti al dolore non si ferma mai. Se mi sono fermata l'ho fatto solo per la mia famiglia. È stato un incontro irregolare? Non sono nessuno per giudicare. Se ho avuto paura di farmi male? Non ho mai avuto di farmi male, quando scavalchi il ring sei consapevole di poter andare al tappeto ma non ce la facevo a portare al termine il match. Ho sentito un dolore forte forte al naso. Perché mi sono inginocchiata? L'ho fatto per mio padre”.
Il racconto del coach
"Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l'avversaria, mi ha detto 'non è giusto'. Ma qui oggi non c'è stata premeditazione". Il tecnico del pugilato azzurro, Emanuele Renzini, ha raccontato così il match della discordia. Carini ha abbandonato dopo "aver preso un pugno, mi ha detto che non se la sentiva che non voleva combattere. Ho provato a dirle di arrivare almeno alla fine della prima ripresa così ci saremmo confrontati, ma niente". "Rispetto la sua decisione - ha aggiunto il dt del pugilato, Renzini -, non c'è stata una decisione a monte, lei ai punti avrebbe potuto anche vincere. Ne abbiamo parlato tanto in questi giorni poi è scoppiata la bomba mediatica, da una parte era contenta di essere un po' paladina di un movimento e far vedere come vanno le cose. Dall'altra teneva alla sua Olimpiade voleva giocarsi le sue chance. Ho capito che era indignata che in una categoria come la sua possano gareggiare atlete con caratteristiche così androgene. Non se l'è sentita, ma non avevamo deciso che andasse così".