Soffia un vento gallese sul Como, ma il cuore resta spagnolo (e il cervello indonesiano). Ha debuttato con una vittoria agevole, 4-0 allo Spezia, il nuovo Como targato Osian Roberts, il tecnico – nome suggerito da Thierry Henry, che del Como è un socio – chiamato a guidare la squadra fino al termine della stagione. A lui si è pensato prima del termine della deroga concessa a Cesc Fabregas. L'ex campione del mondo ha guidato la squadra per sei partite, prima di Natale, dopo l'esonero di Moreno Longo, parso lì per lì al limite del surreale, dopo una vittoria e dopo 7 punti in tre partite. Roberts ha potuto debuttare solo sabato scorso, dopo aver risolto qualche intoppo burocratico.
Roberts, stessa linea di Fabregas
Ma il suo ingaggio non significa cambiamento di linea. Che è dettata ancora da Fabregas, con Roberts – lo ha detto in sede di presentazione – che si inserisce come capoallenatore in uno staff: «Ho avuto responsabilità nella mia carriera come direttore tecnico, spesso ho avuto l'ultima parola. La formazione? La faccio io, certamente». Le sue idee ricalcano quelle della gestione di Fabregas: possesso palla, con l'idea di dominare la partita. Ma anche aperture importanti, per velocizzare la manovra: «Quando si può far male in tre passaggi, perché impiegarne trenta? La squadra deve capire quando si può». Un lavoro partito dopo la sostituzione di Longo, non immediato. La squadra, in questo senso, ha fatto fatica ad essere dominante nel recente passato. Ma a Cosenza e (soprattutto) in casa con lo Spezia si è avuta l'idea di una trasformazione.