Pagina 3 | Conte shock: "Napoli, pensavo meglio. Juve? Niente in comune, lo scudetto un tranello"

Tutto pronto per l'esordio ufficiale di Antonio Conte sulla panchina del Napoli. Il tecnico alla sua prima conferenza stampa, a 24 ore dal match contro l'Hellas Verona, per presentare la sfida del Bentegodi. Di partita, però, si è parlato poco o nulla. Tema principale è immancabilmente il calciomercato: la situazione di Victor Osimhen con la possibile partenza direzione Chelsea (domanda fatta nelle scorse ore anche al tecnico dei blues Enzo Maresca) e, ovviamente, l'arrivo o meno di Romelu Lukaku in azzurro. Ma in generale anche la situazione trovata da Conte nel club, che risponde anche sulla possibile somiglianza tra questo Napoli e la sua prima Juventus, che era reduce da due settimi posti.

Napoli, Conte su mercato e Osimhen-Lukaku

Così Conte esordisce in sala stampa: "Sicuramente stiamo lavorando da più di un mese, ciò che stiamo facendo con la squadra mi soddisfa: i ragazzi hanno voglia di lavorare, di crescere anche singolarmente, e questo mi aiuta e mi dà entusiasmo. Sono molto soddisfatto da questo punto di vista. Mercato? Sapete benissimo che è una situazione molto complicata, e dispiace... Cosa posso dire? Mi dispiace perché è una situazione bloccata, complicata: non posso dire altro, cosa devo dire? Sugli innesti da fare: sappiamo che dobbiamo viaggiare su determinati parametri, ovvero costi, ingaggi, convincere i calciatori a venire a Napoli senza giocare le coppe europee".

E ancora: "Dobbiamo cercare di trovare delle soluzioni per tamponare, non possiamo pensare di vare tutto in un anno, in una sola sessione di mercato: ci sono troppe cose da fare, bisogna prendere il necessario. Anche perché dalle uscite che stiamo facendo non si stanno ottenendo introiti. Se il club vorrà implementare la rosa bene, altrimenti punteremo su alcuni giovani che abbiamo". Sulla situazione Osimhen-Lukaku: "Non parlo di giocatori che oggi non fanno parte del Napoli. Di Osimhen sapete benissimo che è una situazione che ho trovato, verrà affrontata dal club e dal calciatore: non sono entrato in questa situazione".

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"Mi aspettavo una situazione migliore"

Nella prima conferenza stampa della Serie A, Conte non si fa problemi a dire cosa non va nella società azzurra. Anzi, sottolinea come credesse di trovare un ambiente differente: "Mi aspettavo una situazione migliore di quella che ho trovato, di ricevere qualche sorpresa positiva, ma ho avuto difficoltà a trovarne: mi aspettavo di meglio. Ma ripeto, siamo qui per lavorare e per cercare di fare valutazioni con il club in maniera obiettiva, razionale, sapendo che non si può fare tutto subito. Trovarti davanti a 9-10 uscite... Le altre squadre hanno situazioni consolidate, dove vengono aggiunti pezzi importanti. Oggi non dico che siamo all'anno zero, ma ci siamo vicini. Questo non mi spaventa, ma è meglio essere chiari: sapere a cosa si va incontro servirà ad essere più cazzuti".

Sul Napoli messo in griglia all'ottavo posto secondo alcune statistiche, Conte risponde: "Sono sicuramente delle statistiche che vengono fatte tenendo conto di alcuni parametri. Si è tenuto conto di elementi dell'anno scorso secondo me. E vedendo alcuni calciatori andati via è stato semplice inserire il Napoli all'ottavo posto. I parametri cambiano di anno in anno, così come cambiano le prestazioni. Sicuramente quel che dobbiamo avere come monito è il 10° posto dell'anno scorso, che vi garantisco non sia arrivato per caso o per sfortuna".

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"Nessuna somiglianza con la mia prima Juve"

Il Napoli, come ammesso da Conte, è in una fase di profonda ricostruzione: "Siamo agli inizi, alla base. Non mi sento di fare pronostici, dico solo che siamo in una fase, in un'annata dove dovremo prepararci a soffrire tutti insieme, compatti. Uniti nella sofferenza, cercare di dare e di ottenere il massimo. Se oggi mi chiedi quale sia il massimo faccio fatica a fare previsioni: siamo concentrati sul lavoro, cerchiamo di uscire sempre dal campo con la maglietta sudata e dando ancora più del massimo, io per primo. Se vedo somiglianze con la ricostruzione alla Juve? La similitudine non c'è. Anche perché qui c'è il grosso tranello dello Scudetto di 2 anni fa che butta fumo negli occhi alla gente. La realtà dei fatti è totalmente diversa: vorrei che ci fosse come similitudine la voglia da parte di tutti di togliere la testa da sotto l'acqua, cosa che trovai alla Juventus".

Dare più di quanto si ha, è questo il leit motiv di Conte: "Il nostro mantra dovrà essere quello di dare il 200%, tutti dovremo andare oltre i nostri limiti. È un momento critico per il Napoli, il presidente ha parlato di ricostruzione: ho fatto le mie valutazioni e gli do ragione, c'è bisogno di ricostruzione totale dalle fondamenta. Mettere 10-12 giocatori sul mercato vuol dire ricostruire, e in questi casi ci vogliono pazienza e umiltà da parte di tutti, anche dell'ambiente, ma senza farci intaccare l'entusiasmo. Tutte le forze devono andare nella stessa direzione: dall'allenatore, al club, ai calciatori e ai magazzinieri, passando per i tifosi e l'ambiente, tutti devono dare di più rispetto agli anni passati. Le difficoltà ci devono rendere più forti. I ragazzi provi a migliorarli sotto tutti i punti di vista. Gli allenamenti? Per me sono normali, magari chi non è abituato fa un po' più di fatica. L'intensità serve perché poi la porti in partita, se ti alleni a ritmo basso poi in partita non riesci ad alzarlo".

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Buongiorno, Di Lorenzo e "niente tattica"

Infine si parla di situazioni di campo. A partire dalle condizioni di Buongiorno: "Ha avuto una distorsione alla caviglia giovedì, ad inizio allenamento. Faremo delle valutazioni per capire se sarà a disposizione col Verona, ma è migliorato tanto". Dall'ex Torino a Di Lorenzo. Sul possibile impiego da braccetto di difesa o da esterno tutta fascia, Conte risponde: "Calciatore talmente intelligente ed eclettico che può essere utilizzato in tutte le posizioni".

A domanda sul possibile impiego in tandemo di Raspadori e Simeone per riempire meglio l'area, Conte risponde chiudendo la conferenza: "Non andiamo su discorsi tattici: se andiamo lì vuol dire che non abbiamo capito nulla della situazione. Siamo fuori strada. Stiamo lavorando su determinate cose, quelle che funzionano meno col lavoro proveremo a farle funzionare di più. L'anno scorso seguivo il Napoli, si parlava sempre di 4-3-3 e poi è arrivato il 10° posto. Non parliamo di discorsi tattici, è prematuro. Da ct della Nazionale feci un paio di sessioni coi giornalisti per parlare di tattica, mi piacerebbe farlo anche qui. Ma non andiamo a vedere determinate cose oggi".

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"Nessuna somiglianza con la mia prima Juve"

Il Napoli, come ammesso da Conte, è in una fase di profonda ricostruzione: "Siamo agli inizi, alla base. Non mi sento di fare pronostici, dico solo che siamo in una fase, in un'annata dove dovremo prepararci a soffrire tutti insieme, compatti. Uniti nella sofferenza, cercare di dare e di ottenere il massimo. Se oggi mi chiedi quale sia il massimo faccio fatica a fare previsioni: siamo concentrati sul lavoro, cerchiamo di uscire sempre dal campo con la maglietta sudata e dando ancora più del massimo, io per primo. Se vedo somiglianze con la ricostruzione alla Juve? La similitudine non c'è. Anche perché qui c'è il grosso tranello dello Scudetto di 2 anni fa che butta fumo negli occhi alla gente. La realtà dei fatti è totalmente diversa: vorrei che ci fosse come similitudine la voglia da parte di tutti di togliere la testa da sotto l'acqua, cosa che trovai alla Juventus".

Dare più di quanto si ha, è questo il leit motiv di Conte: "Il nostro mantra dovrà essere quello di dare il 200%, tutti dovremo andare oltre i nostri limiti. È un momento critico per il Napoli, il presidente ha parlato di ricostruzione: ho fatto le mie valutazioni e gli do ragione, c'è bisogno di ricostruzione totale dalle fondamenta. Mettere 10-12 giocatori sul mercato vuol dire ricostruire, e in questi casi ci vogliono pazienza e umiltà da parte di tutti, anche dell'ambiente, ma senza farci intaccare l'entusiasmo. Tutte le forze devono andare nella stessa direzione: dall'allenatore, al club, ai calciatori e ai magazzinieri, passando per i tifosi e l'ambiente, tutti devono dare di più rispetto agli anni passati. Le difficoltà ci devono rendere più forti. I ragazzi provi a migliorarli sotto tutti i punti di vista. Gli allenamenti? Per me sono normali, magari chi non è abituato fa un po' più di fatica. L'intensità serve perché poi la porti in partita, se ti alleni a ritmo basso poi in partita non riesci ad alzarlo".

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