Pagina 0 | Conceicao: "Milan, nessuno ha il posto assicurato. Leao, un nuovo infortunio e Rashford..."

"Abbiamo meritato di vincere ma dobbiamo pensare ai 17 punti dal vertice della classifica. Il Milan ha 7 champions e 19 titoli. Vincere una Supercoppa non può essere abbastanza per sentirci con la pancia piena". Sono le parole di Sergio Conceicao, intervenuto in conferenza stampa per fare il punto sulla sfida interna contro il Cagliari di Davide Nicola, in programma alle ore 20.45 di sabato 1 gennaio. Il Milan si presenta all'appuntamento reduce dal trionfo in Supercoppa, che oltre ad avere ribaltato buona parte dei pronostici, ha caricato di entusiasmo (e grosse aspettative) l'inizio della nuova gestione. Il successore di Paulo Fonseca è ora chiamato a dare una decisa sterzata alla classifica di Serie A, che vede i rossoneri all'8º posto con 27 punti e un bilancio di 2 vittorie, 1 pareggi e 1 ko. L'agenda dell'ex Porto prevede poi le trasferte di prima Como e Torino poi, dove Leao e compagni ritroveranno la Juventus di Thiago Motta

Conceicao: "Dobbiamo vincere e convincere"

"Dobbiamo vincere e convincere. La Supercoppa è passata. Chiedo scusa a chi deluderò, ma le emozioni non ci sono. C’è la normale adrenalina di trovarsi in un un club storico, ma ho tante cose nella testa che non so cosa vivrò. Sicuramente sentirò qualcosa al fischio d’inizio, non sono mica una pietra - ha dichiarato - . Ma l’importante è preparare al meglio i ragazzi. La fascia di capitano? Tutti i giocatori devono prendersi la propria responsabilità. Io sono il massimo leader dello spogliatoio. Chi ha la fascia o chi non ce l’ha comunque le sue responsabilità. È l’unica cosa che conta. Arrivare e cambiare l’ambiente è qualcosa di diverso. I ragazzi devono però cedere nel mio modo di lavorare. Abbiamo fatto dei cambiamenti a livello organizzativo della squadra che mi hanno lasciato contento. Lo spogliatoio è positivo. Mercato? Con la dirigenza abbiamo parlato di mercato nei momenti sbagliati. Abbiamo un’altra partita importante. So che dobbiamo confrontarci su questo ma non adesso. La cosa più importante è la partita con il Cagliari, poi parleremo del resto. I ragazzi partono dallo stesso livello. Giorno dopo giorno valuterò in base alla strategia che adotterò per la singola partita. Nessuno è escluso e nessuno è un titolare assoluto. Ogni giorno si lotta per un posto in squadra. C’è un piccolo problema con Loftus-Cheek e penso che non ci sarà con il Cagliari. Mi dispiace per lui ma ha avuto una ricaduta. I medici sapranno dirvi meglio". Conceicao ha poi risposto sul ruolo di Leao e sulle preferenze di modulo.

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Conceicao: "Leao deve correre"

"Il modulo? L’importante è trovare l’equilibrio sia in fase di possesso che di non possesso. Centrocampo a 3 può farci sentire più sicuri. Mi piace giocare anche con 2 punti. C’è bisogno di tempo. Ma posso cambiare anche durante la partita quando c’è qualcosa di diverso. È per questo che mi pagano. Le situazioni diverse si lavorano in allenamento. I giocatori sanno il lavoro che devono fare. Leao? Deve correre. Sia come sterno che quando è schierato in avanti. Deve correre e imparare ad aiutare la squadra anche quando siamo senza palla. Quando parliamo di un processo collettivo, è collettivo. La cosa più difficile non è arrivare lassù, ma rimanerci e non cadere. A volte non riesci a esprimere tutte le tue qualità, ma se c’è una base importante come nel nostro caso alla fine la partita la vinci. Ogni allenatore ha le sue idee e i suoi metodi. Sono i risultati che comandano. Gli allenatori per questo hanno le valigie sempre pronte. Il nostro deve essere un lavoro non un hobby. In Supercoppa ha fatto la differenza l’orgoglio dei giocatori".

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"Conceicao: Rashford? Non c'è solo lui"

"Al Milan c’è un bel gruppo. Hanno accettato le nuove regole. Loro hanno dato una risposta fantastica rimontando Juve e Inter. Adesso però dobbiamo migliorare tanto, ci sono tante cose che non vanno nella squadra. Ci sono momenti che non mi piacciono. Siamo solo all’inizio, vogliamo arrivare a fine stagione non contentissimi ma contenti perché dobbiamo arrivare almeno tra i primi 4. Il titolo ormai è lontano. Rashford? Ci provate in tutti i modi. In Portogallo è uguale, anche peggio. Però in Italia si parla di calcio e mi fa piacere. Lui è un bel giocatore, ma ce ne sono tanti altri. Vediamo che succede. Al Milan come al Porto c’è tantissima passione. Anche lì quando sono arrivato non si vinceva nulla da 4 anni. A Nantes siamo pure riusciti a fare un bel lavoro anche se diverso. Contro l’Inter e contro la Juve abbiamo commesso errori sul pressing e sulla scelta della zona per pressare. Il modo di vivere un successo è pensare che ne abbiamo ancora un altro davanti a noi che è ancora più importante di quello conquistato. Già sul pullman pensavo a come fare stare calmi i ragazzi".

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