La questione non è discutere su chi ha vinto o chi ha perso, ma concentrarsi su cosa rappresenta la sentenza del Consiglio di Stato sulla questione della cosiddetta carta Covisoc. E il Consiglio di Stato dice che vale quanto scritto dal Tar un mese fa, ovvero che l’autonomia dell’ordinamento sportivo ha dei limiti e questi limiti sono quelli imposti dal giusto processo, richiamato dallo stesso Tar nell’ordinare alla Procura Federale e alla Covisoc di rendere pubblico il famigerato documento che richiedevano Fabio Paratici e Federico Cherubini per difendersi. Quindi, anche in un processo sportivo deve sempre valere e non può essere violato il diritto di difesa, garantito dalla Costituzione e recepito dallo stesso codice di giustizia dello sport del Coni. A questo punto, decidere se la Federcalcio ha vinto o ha perso, così come registrarne la soddisfazione per l’improcedibilità del ricorso, è assolutamente secondario alla vicenda che interessa milioni di tifosi, juventini e non. Perché il punto fermo messo dal Consiglio di Stato riguarda molto da vicino quello che sta accadendo al club bianconero e ai suoi dirigenti.