La promessa mantenuta
Certo, il rinnovo di contratto siglato in estate fino al 2029, con tanto di passaggio alla maglia numero 10, non era roba da poco. Un attestato di stima da parte della Juventus. Un premio prestigioso, da ricambiare in campo, migliorandosi sempre, partita dopo partita. Il giusto compenso per un giovane da proteggere e spronare, sulla falsa riga di quanto fatto fin qui dal Barcellona con il futuro pallone d’oro, Lamine Yamal. Kenan ha tenuto fede a quella promessa: negli ultimi mesi - seppur con qualche blackout passeggero - ha messo a tacere i suoi detrattori più accaniti, prendendo la Juventus per mano nei momenti più complicati. Dal gol lampo nell’esordio in Champions contro il Psv, alla clamorosa doppietta siglata contro l’Inter a San Siro, prima di finire inghiottito nel pessimismo cosmico della gestione Motta. Dall’arrivo di Tudor, Yildiz ha ricominciato ad assaporare quell’anarchia calcistica da tempo bandita nello spogliatoio bianconero.