La situazione di Vlahovic
Come vede il derby?
«È la più dura delle tante partite che ci aspettano perché viene dopo la sconfitta contro il Milan. Il Toro non prende gol in casa e sarà dura. Ci vuole voglia di lottare e sacrificarsi. Dobbiamo giocarcela a viso aperto, con grinta e la leggerezza di cui parlavo prima e tanta, tanta cattiveria agonistica. È un derby, giochiamolo da derby».
Lei ha affrontato tantissime volte (e qualche volte li ha anche allenati) i giocatori serbi. Cosa pensa della situazione psicologica di Vlahovic?
«Penso che dei serbi mi hanno sempre colpito gli occhi di ghiaccio e la capacità di non arrendersi mai. Pensate alla loro squadra di pallanuoto alle ultime Olimpiadi. Perdono tre partite, stanno perdendo la quarta contro il Giappone, che non è esattamente una potenza della pallanuoto, e riescono a vincerla in qualche modo all'ultimo secondo. Da quel momento, sull'orlo del baratro dove erano finiti, trovano la forza di risalire e vanno a vincere l'oro. Anche Guardiola ha detto che quello è un caso che va studiato. Ecco, a Vlahovic dico di trovare quegli occhi di ghiaccio e quella capacità del suo popolo di trovarsi sull'orlo del baratro e tirarsi fuori, andando poi a vincere».
Le piace di più Thuram o Conceiçao?
«Tutti e due. Due ottimi giocatori, a dimostrazione che c'è qualcosa di buono in questa stagione. Direi che finora hanno performato da sette, forse sette e mezzo. Thuram mi piace per come gioca con e per la squdra, Conceiçao è divertente, ma deve guardare di più il gioco e far filtrare la palla in area dopo il primo dribbling. Non sempre ha la testa alta, guarda un po' troppo il pallone, ma è giovane, imparerà a capire gli spazi e sfruttarli con i suoi passaggi».
Curiosa questa invasione di figli d'arte, non trova?
«E ce ne sono tanti anche nella pallanuoto. Dipende molto dai genitori che non devono forzare i figli a seguire le proprie orme. Ci avevo provato con il mio, ma a undici anni mi ha detto: per te è un lavoro, per me è un hobby. E ho capito che avrebbe mai giocato a pallanuoto, perché come hobby è... molto faticoso (ride). Credo che sia Thuram che Conceiçao siano padri molto attenti e, per certi versi, anche duri. Quell'abbraccio tra padre e figlio dopo Juventus-Milan comunque mi ha commosso».