Conceicao, sarà solo Juve! Ecco il riscatto: quanti milioni andranno al Porto

Il portoghese ha convinto tutti. La sua assenza per squalifica ha pesato doppio contro la Lazio: sa saltare l’uomo per creare superiorità e aprire le difese

Stoccarda dista da Lipsia circa 480 chilometri, parecchi eventi più e meno recenti nella storia della Germania, differenti filosofie calcistiche ma, soprattutto, 20 giorni esatti di calcio durante i quali Francisco Conceiçao è passato da un gol di sfavillante bravura e furbizia alla “polvere” di un’espulsione che ha scatenato polemiche, ire, discussioni. E soprattutto che ha innescato problematiche nella gestione mottiana di una rosa già falcidiata da infortuni, perché hai voglia a sostenere che sono tutti uguali e che contano gli allenamenti (scelta più che mai opportuna, e chiaramente proficua nella gestione, dal punto di vista comunicativo tanto interno quanto esterno) per indirizzare le scelte di formazione. Poi, però, la realtà inossidabile racconta che nessun altro in rosa (o quasi: occhio ad Adzic) possiede le caratteristiche di Chico, uno in grado di puntare l’uomo e di determinare la superiorità numerica.

L'arma in più della Juve

Caratteristiche che, per esempio, si sarebbero rivelate preziose già sabato contro una Lazio chiusa a riccio per necessità. Al di là della situazione contingente, le qualità di Conceiçao junior sono comunque preziose perché ormai sono davvero pochi i giocatori che possiedono la capacità di saltare l’uomo nel dribbling e nello spazio stretto con le qualità del brevilineo che ti lascia sul posto, confuso e stranito rispetto alla linearità degli avversari tradizionali. Caratteristiche che hanno la convinzione del club, più volte ribadita, di riscattare il ragazzo al Porto a fine stagione: dopo il prestito di 7 milioni, ingaggio compreso, ne serviranno altri 30 per esercitare la clausola e la Juve vuole procedere prima che vi sia l’inserimento di altri club. Il gol segnato a Lipsia è stato un paradigma: dribbling stretto e ripetuto a disorientare Raum e, poi, con il colpo di giustezza per rubare il tempo al portiere avversario e piazzare la palla rasoterra sul palo più lontano.

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Motta a lavoro su Conceicao

La conferma, insomma, di come al ragazzo non manchi la personalità a dispetto dei soli 21 anni e come, anzi, neppure il “caratterino” gli faccia difetto come ha dimostrato nel match incriminato contro il Cagliari nei suoi ripetuti battibecchi con (l’inadeguato) arbitro Marinelli. E non c’è dubbio che Thiago Motta non abbia lasciato cadere nel vuoto quel «gli servirà da lezione» pronunciato da Thiago Motta nell’immediato dopo partita riferendosi a Conceiçao e all’episodio in cui il direttore di gara ha punito quella che ha ritenuto una simulazione. Non si deve mai dimenticare, infatti, come il tecnico bianconero stia lavorando per innescare anche e soprattutto una crescita di consapevolezza a una squadra molto giovane anagraficamente e, quindi, anche nell’esperienza che serve a gestire i momenti della gara. Ogni ingenuità, alla lunga, può pesare e proprio la fascia destra d’attacco è uno dei settori in cui maggiore è stato il turnover obbligato dalle assenze, prevalentemente dovuti agli infortuni.

L'apriscatole giusto

Lo stesso Conceiçao deve ancora mettere assieme minuti perché le circostanze gli hanno impedito di giocare con continuità: prima per le contingenze di mercato che lo hanno costretto a saltare le prime due partite di campionato. Poi, dopo l’apparizione contro la Roma, a metterlo fuori causa è stato un problema muscolare che lo ha costretto a saltare le gare contro Empoli e Napoli quando, guarda caso, la Juventus non è riuscita a trovare il grimaldello con cui aprire le difese avversarie sempre ben compatte. La prova contro il Lipsia e i lampi contro Genoa (il primo gol in bianconero) e Cagliari hanno confermato come possa essere lui l’apriscatole giusto. Anche in Champions, 20 giorni dopo, da Lipsia a Stoccarda.

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Stoccarda dista da Lipsia circa 480 chilometri, parecchi eventi più e meno recenti nella storia della Germania, differenti filosofie calcistiche ma, soprattutto, 20 giorni esatti di calcio durante i quali Francisco Conceiçao è passato da un gol di sfavillante bravura e furbizia alla “polvere” di un’espulsione che ha scatenato polemiche, ire, discussioni. E soprattutto che ha innescato problematiche nella gestione mottiana di una rosa già falcidiata da infortuni, perché hai voglia a sostenere che sono tutti uguali e che contano gli allenamenti (scelta più che mai opportuna, e chiaramente proficua nella gestione, dal punto di vista comunicativo tanto interno quanto esterno) per indirizzare le scelte di formazione. Poi, però, la realtà inossidabile racconta che nessun altro in rosa (o quasi: occhio ad Adzic) possiede le caratteristiche di Chico, uno in grado di puntare l’uomo e di determinare la superiorità numerica.

L'arma in più della Juve

Caratteristiche che, per esempio, si sarebbero rivelate preziose già sabato contro una Lazio chiusa a riccio per necessità. Al di là della situazione contingente, le qualità di Conceiçao junior sono comunque preziose perché ormai sono davvero pochi i giocatori che possiedono la capacità di saltare l’uomo nel dribbling e nello spazio stretto con le qualità del brevilineo che ti lascia sul posto, confuso e stranito rispetto alla linearità degli avversari tradizionali. Caratteristiche che hanno la convinzione del club, più volte ribadita, di riscattare il ragazzo al Porto a fine stagione: dopo il prestito di 7 milioni, ingaggio compreso, ne serviranno altri 30 per esercitare la clausola e la Juve vuole procedere prima che vi sia l’inserimento di altri club. Il gol segnato a Lipsia è stato un paradigma: dribbling stretto e ripetuto a disorientare Raum e, poi, con il colpo di giustezza per rubare il tempo al portiere avversario e piazzare la palla rasoterra sul palo più lontano.

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