Gli allenatori apprezzano queste vittorie, perché scartare certe partite incartate come quella di ieri non è mai scontato. E l’anno scorso, per esempio, situazioni analoghe potevano anche finire uno a zero per gli altri. Nel conteggio di fine stagione le vittorie sporche e faticose hanno un peso specifico maggiore perché trasformano in tre punti gare da uno. È stata una partita noiosa, perché la Juventus di Thiago Motta ha un controllo micidiale della partita. La Juve ha avuto il controllo di nove partite su dieci fin qui (solo a Lipsia ha rischiato e subito) e raramente ha dovuto soffrire, il fatto di aver preso un solo gol in campionato è fortemente indicativo di questa micidiale forza nella fase difensiva che non concede occasioni agli avversari.
Dove sei, Yildiz?
Il problema è che oltre a non subirli, i gol la Juventus dovrebbe farli e, invece, fatica. Quando le squadre si chiudono non riesce a scardinare e, infatti, ha paradossalmente giocato meglio in undici contro undici, con la Lazio spavalda e un po’ più scoperta. Passata in superiorità numerica, con la Lazio più chiusa, la squadra di Motta ha iniziato a impantanarsi con un giro palla offensivo ancora troppo lento e senza un uomo che risolva con un’invenzione (dove sei finito Yildiz?). Vlahovic, in questi casi, viene sempre tirato in mezzo, anche perché fare i gol sarebbe il suo mestiere (peraltro generosamente retribuito), ma pur non avendo giocato una buona partita, ieri non è il primo degli imputati. Nel processo di crescita della Juventus, Motta deve aumentare i giri dalla metà campo in su e cercare i gol dei centrocampisti.