Pagina 2 | Il paradosso Juve e i gol che mancano. Yildiz, dove sei finito?

Gli allenatori apprezzano queste vittorie, perché scartare certe partite incartate come quella di ieri non è mai scontato. E l’anno scorso, per esempio, situazioni analoghe potevano anche finire uno a zero per gli altri. Nel conteggio di fine stagione le vittorie sporche e faticose hanno un peso specifico maggiore perché trasformano in tre punti gare da uno. È stata una partita noiosa, perché la Juventus di Thiago Motta ha un controllo micidiale della partita. La Juve ha avuto il controllo di nove partite su dieci fin qui (solo a Lipsia ha rischiato e subito) e raramente ha dovuto soffrire, il fatto di aver preso un solo gol in campionato è fortemente indicativo di questa micidiale forza nella fase difensiva che non concede occasioni agli avversari.

Dove sei, Yildiz?

Il problema è che oltre a non subirli, i gol la Juventus dovrebbe farli e, invece, fatica. Quando le squadre si chiudono non riesce a scardinare e, infatti, ha paradossalmente giocato meglio in undici contro undici, con la Lazio spavalda e un po’ più scoperta. Passata in superiorità numerica, con la Lazio più chiusa, la squadra di Motta ha iniziato a impantanarsi con un giro palla offensivo ancora troppo lento e senza un uomo che risolva con un’invenzione (dove sei finito Yildiz?). Vlahovic, in questi casi, viene sempre tirato in mezzo, anche perché fare i gol sarebbe il suo mestiere (peraltro generosamente retribuito), ma pur non avendo giocato una buona partita, ieri non è il primo degli imputati. Nel processo di crescita della Juventus, Motta deve aumentare i giri dalla metà campo in su e cercare i gol dei centrocampisti.

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E si torna a parlare di arbitri...

Ma, come detto, la partita offre pochi spunti e così si parla di arbitri. Ne ha parlato, anzi si è proprio sfogato il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani. Fabiani è un dirigente esperto, ha attraversato molte ere del calcio italiano, troppe per una protesta così impetuosa nel post partita, recriminando l’espulsione di Douglas Luiz nei minuti finali della partita (c’è un pugno sulla cui reale violenza si possono avere leciti dubbi perché le immagini non sono dirimenti e Patric stramazza a terra con un tempo di reazione un po’ lungo). C’è del pregresso perché la Lazio si è sentita defraudata a Firenze, ma altrettanto potrebbe dire la Juventus che ieri ha fatto a meno di Francisco Coinceiçao (e quanto sarebbe servito!) per un’espulsione definita inesistente anche dai vertici arbitrali e costata la più ingiusta delle squalifiche. Anche perché protestare per il colpo di Douglas è lecito, ma associare a quella recriminazione l’inesistenza dell’espulsione (sacrosanta) di Romagnoli rende tutto un po’ più caciarone.

È vero, tuttavia, che ci sono molti errori così come molte interpretazioni arbitrali controverse in questo primo scorcio di campionato e il livello di tolleranza dei protagonisti sembra essersi abbassata. Il Var viene associato a un’idea di infallibilità che non potrà mai avere e rende ancora più cervellotici alcuni aspetti del regolamento già contorti di loro (fallo di mano, pestone e condotta violenta, per esempio). Si può e si deve migliorare e l’abbiamo detto a lungo due settimane fa, così come abbiamo detto che la Juventus non aveva mancato la vittoria contro il Cagliari per l’errore su Conceiçao e ridiciamo che la Lazio non ha perso per l’errore (o presunto tale) su Patric.

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E si torna a parlare di arbitri...

Ma, come detto, la partita offre pochi spunti e così si parla di arbitri. Ne ha parlato, anzi si è proprio sfogato il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani. Fabiani è un dirigente esperto, ha attraversato molte ere del calcio italiano, troppe per una protesta così impetuosa nel post partita, recriminando l’espulsione di Douglas Luiz nei minuti finali della partita (c’è un pugno sulla cui reale violenza si possono avere leciti dubbi perché le immagini non sono dirimenti e Patric stramazza a terra con un tempo di reazione un po’ lungo). C’è del pregresso perché la Lazio si è sentita defraudata a Firenze, ma altrettanto potrebbe dire la Juventus che ieri ha fatto a meno di Francisco Coinceiçao (e quanto sarebbe servito!) per un’espulsione definita inesistente anche dai vertici arbitrali e costata la più ingiusta delle squalifiche. Anche perché protestare per il colpo di Douglas è lecito, ma associare a quella recriminazione l’inesistenza dell’espulsione (sacrosanta) di Romagnoli rende tutto un po’ più caciarone.

È vero, tuttavia, che ci sono molti errori così come molte interpretazioni arbitrali controverse in questo primo scorcio di campionato e il livello di tolleranza dei protagonisti sembra essersi abbassata. Il Var viene associato a un’idea di infallibilità che non potrà mai avere e rende ancora più cervellotici alcuni aspetti del regolamento già contorti di loro (fallo di mano, pestone e condotta violenta, per esempio). Si può e si deve migliorare e l’abbiamo detto a lungo due settimane fa, così come abbiamo detto che la Juventus non aveva mancato la vittoria contro il Cagliari per l’errore su Conceiçao e ridiciamo che la Lazio non ha perso per l’errore (o presunto tale) su Patric.

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