Pagina 0 | Motta, ingaggio pagato con... Savona: l'incastro perfetto nel mondo Juve

Intanto si è autopagato almeno il primo anno di stipendio, Thiago Motta. E, dopo nove partite ufficiali, non è affatto male. Il lancio di Nicolò Savona, 7 presenze di cui 5 da titolare, un gol e l’ingresso nell’Under 21 azzurra, sta già provocando nel valore di mercato del ventunenne aostano un’impennata tale da coprire a fine stagione almeno un’annualità dell’ingaggio dell’allenatore bianconero: ovvero 7 milioni lordi.

Le gemme di Motta

Almeno una, perché se Savona continuerà a giocare così, a giugno il suo valore sarà probabilmente anche superiore a 7 milioni. Il terzino bianconero peraltro è stato finora sicuramente il più brillante e continuo dei giovani fatti esordire da Motta, ma non l’unico: cinque partite, di cui quattro da titolare, le ha giocate anche la ventenne ala Samuel Mbangula, pure lui a segno una volta e autore di due assist, più un rigore procurato. E pure lui avviato verso una valutazione superiore ai cinque milioni. Di quanto, dipenderà da lui. Il che non significa necessariamente, per Mbangula come per Savona o per il ventenne terzino sinistro Jonas Rouhi, l’altro esordiente tra i giovani stabilmente nella rosa della prima squadra, che a fine stagione la Juventus lo venderà. Ma serve a sottolineare come in meno di due mesi Motta, dando loro spazio e fiducia, abbia aumentato in modo esponenziale il valore di alcuni dei giovani bianconeri.

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Il progetto giovani della Juventus

Naturalmente non tutto il merito è suo. Il nuovo tecnico bianconero si è inserito in un progetto che affonda le radici negli albori dell’era Andrea Agnelli ed è stato sposato dalla nuova società targata Ferrero, Scanavino e Giuntoli. Progetto in cui il rafforzamento del settore giovanile è sempre stato centrale, sviluppato non solo attraverso l’acquisizione dei ragazzi più promettenti, ma anche attraverso progetti volti a favorire il loro sviluppo. Dall’istituzione del J College, il liceo sportivo bianconero che consente a ragazzi e ragazze di conciliare calcio e studio, fino al varo della Next Gen, traghetto ideale dal calcio giovanile a quello professionistico. Non a caso Savona, Mbangula e Rouhi sono solo gli ultimi di una serie di giocatori saliti in prima squadra dal settore giovanile: basti pensare a quelli lanciati nelle ultime stagioni da Allegri, da Fagioli a Miretti, da Barrenechea a Iling, da Soulé a Yildiz.

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Da Calafiori e Zirkzee ai giovani della Juve

In questa politica Motta si è inserito alla perfezione, tanto che anche in questi giorni ha fatto visita agli allenamenti delle giovanili a Vinovo. Il tecnico ha trovato terreno fertile per il proprio coraggio nel lanciare i giovani, la propria fiducia nella loro capacità di ripetere in partita quanto mostrano in allenamento e per la sua capacità di metterli in condizione di esprimersi al meglio. Qualità di cui il tecnico italobrasiliano, che proprio con i giovani - la Under 19 del Paris Saint-Germain - aveva iniziato la carriera in panchina, aveva già dato prova nelle sue esperienze passate. Allo Spezia nel 2021-22, ad esempio, aveva lanciato l’allora ventunenne Jakub Kiwior, acquistato quell’estate dallo Zilina per 2,5 milioni, e ceduto a gennaio 2023 dai liguri all’Arsenal per 20 milioni.

Meglio ancora a Bologna, dove ha aiutato a tirare fuori le proprie qualità talenti che non erano ancora riusciti a sbocciare, come Calafiori e Zirkzee, acquistati dal Bologna per 4,5 e 8 milioni da Basilea e Bayern (più alte percentuali sulla rivendita) e ceduti ognuno a 45 milioni ad Arsenal e Manchester United. O a far esplodere in Italia un giovane straniero come lo scozzese Ferguson, acquistato per 2 milioni dall’Aberdeen nel 2022 e il cui valore è più che decuplicato in due stagioni. E ora la Juve, Savona, Mbangula, Rouhi e chissà chi altro. Fino a ripagarsi, magari, anche il rinnovo e l’aumento.

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