Pagina 0 | “Alla Juve non c'è tempo e la maglia pesa. Ecco cosa Vlahovic non sarà mai"

Vlahovic è un giocatore fortissimo, sta facendo il suo percorso e non sarà mai un centravanti di classe. Il suo percorso se lo sta costruendo da solo, attraverso il lavoro quotidiano. Per lui sarà importante acquisire responsabilità". Sono le parole dell'ex direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, in un'intervista concessa a TvPlay. "La maglia della Juventus pesa tanto - prosegue - e nel suo ruolo hanno giocato i migliori del mondo. Il calcio di oggi è cambiato tanto, anche a livello di qualità. La Juventus di oggi è diversa dagli anni passati, il livello dei nomi si è abbassato un po’, puntando su giocatori giovani e su un nuovo allenatore. Purtroppo in un club come la Juventus non c’è tempo. Tra Mandzukic e Higuain? Sono campioni. Mandzukic è il tipico giocatore dei Balcani, stile Ibrahimovic come testa. Higuain tipico sudamericano, furbo e con rabbia. Se sono il direttore di una squadra sarei felice di avere entrambi. Non sono diplomatico, ma prenderei entrambi per caratteristiche".

I 'rimpianti' Tavares, Kvaratskhelia e Cavani

Tavares vicino alla Lazio quando c’ero io? Era la prima opzione quando Sarri arrivò alla Lazio. Non è stato ritenuto funzionale al sistema del gioco e abbiamo abbandonato la pista. Anche Kvaratskhelia era un’opzione della Lazio prima che andasse al Napoli. Perché non è arrivato? Non posso dirlo. Ma è vero che c’è stata opportunità di portarlo alla Lazio. Mi dispiace per Cavani, perché avevo un accordo con gli agenti per portarlo alla Lazio. Ma i rapporti tra Lotito e Zamparini non erano dei migliori e quindi hanno deciso di darlo al Napoli. È un rimpianto, perché avrebbe fatto bene alla Lazio", prosegue Tare.

Su Luis Alberto, Hoedt, Castellanos e Romagnoli

Chi è stato il più difficile da gestire alla Lazio? Luis Alberto ha un carattere molto forte, ma una volta che trovi le corde giuste è un ragazzo che ti dà l’anima in campo e fuori. A volte servono anche queste figure che vanno controcorrente. Poi quando capiscono l’importanza che hanno, allora possono dare il meglio di loro stessi. Acquistammo Wesley Hoedt nella sessione invernale e i primi di luglio si presentò in ritiro con un italiano perfetto. Lo guardai e gli dissi che non era possibile che sapesse l’italiano così in poco tempo. Lui aveva imparato l’italiano in Olanda e voleva essere pronto per capire ogni indicazione dell’allenatore. È un esempio bello, perché capisci che quando uno vuole fare una carriera importante si pone nel modo giusto. Ora invece i ragazzi pensano che la carriera sia lunga, ma non è vero. Una volta terminata la carriera da calciatore capisci e comprendi il calcio in maniera differente. Castellanos in una rosa come quella della Lazio può starci tranquillamente, ha personalità, grinta e furbizia da argentino. Presto per poter dare un giudizio, perché deve meritare di essere erede di Ciro Immobile. Può fare bene alla Lazio? Sì, perché si sa muovere bene, è forte anche di testa. Ma a me piace tirare le somme a bocce ferme. Durante la stagione ci sono alti e bassi. Senza Immobile e diventando titolare, mi auguro che può dimostrare la fiducia che è stata data. Romagnoli ha una storia particolare. Per dodici anni di fila, ogni volta che ci vedevamo, quante volte gli dicevo che lo avrei portato alla Lazio. Sono felice che alla fine ci siamo riusciti. In quei due anni assieme è stata una bellissima sorpresa. È umile, grande lavoratore, utile per essere leader di un gruppo. Ha valori veri. Per tanti anni è stato capitano del Milan, non dimentichiamolo. A volte i giocatori hanno bisogno di fiducia”, aggiunge Tare, che ha parlato poi di Guardiola, Fabiani, Krstovic e Inzaghi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Su Guardiola, Napoli, Atalanta, Fabiani e Krstovic

Guardiola? Conoscendo Pep, penso che per sentirsi completo vorrebbe allenare in Italia perché ha un legame molto forte con il calcio italiano. Spesso, nei momenti di pausa, viene a Brescia. Ho avuto un’esperienza bellissima con lui, già all’epoca era un allenatore per come parlava. Aveva in testa il suo calcio. Lo ammiravo perché, nonostante fosse diverso da Mazzone, amava il mister e non l’ha mai messo in discussione. Accetterei una sfida al Napoli o all’Atalanta? Non è una questione dove andare, è una questione di trovare il progetto. Non ho mai parlato di calcio con De Laurentiis e non ho mai avuto modo di conoscerlo. Napoli e Atalanta sono progetti vincenti, fa poco la differenza. Fabiani? Mai avuto rapporti con lui, sia quando è stato alla Salernitana sia alla Lazio. Non siamo mai andati a pranzo, non ho mai avuto un rapporto umano. Ho sempre rispettato le scelte del presidente. Con Lotito frizioni? No, Lotito sapeva già il mio pensiero molto prima che andassi via dalla Lazio. Krstovic? È un buon attaccante, ma deve crescere tanto. Io penso che tra due stagioni quando sarà maturo, magari gli farà bene cambiare aria e andare via dal Lecce", afferma ancora Tare.

Su Milan, Lazio e l'Inter di Inzaghi

Ai tempi di Paolo Maldini c’è stato forte interesse di portarmi al Milan e lavorare con lui. Ma per vari motivi non è stato possibile e ho continuato alla Lazio, eravamo nel punto più alto del progetto. E siamo stati i pretendenti per vincere lo Scudetto, prima del Covid. Facile salire ora sul carro. Ricordo le prime interviste di Baroni, dove diceva che bisognava prepararsi per partire a mille sin da subito. Questa Lazio ha tanta qualità fisica, tanta esplosività, ha giocatori che fanno le due fasi in modo perfetta. Si vede che l’allenatore ha un’idea di gioco. Credo che sia la squadra che faccia più divertire di tutta la Serie A. Si è creata armonia tra gruppo e staff, e la gente si sta innamorando piano piano. Spero che duri a lungo, perché Baroni è una persona per bene. Chi lavora in questo ruolo merita rispetto. Il tempo sarà galantuomo. Io penso che una squadra che negli ultimi due anni ha cambiato tanto. Al Milan è cambiato l’allenatore, sono cambiati i giocatori, mancano i leader veri. Ma io penso che i giocatori possono fare la differenza e nonostante le difficoltà può dire la sua sulla lotta per lo Scudetto e può recuperare anche nel cammino in Champions League. L’Inter è uno di quei 10 club al mondo che se alleni hai toccato il massimo della carriera, ma Inzaghi ha tanto tempo davanti a sé. Spero rimanga a lungo all’Inter. Io penso che nel nostro Mondo bisogna capire il momento giusto per andare via e riaccendere la voglia per ripartire da un progetto nuovo. Inzaghi ha dimostrato di essere tra i cinque top allenatori al mondo che può allenare squadre di livello mondiale”, conclude Tare.

WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...