Pierre è già il pretoriano di Motta: prima del mercato, in difesa c'è Kalulu

Il francese insieme a Gatti ha blindato la difesa a Lipsia nonostante il grave infortunio di Bremer, prendendosi la zona di campo presidiata dal brasiliano

La notte di Lipsia ha regalato ai tifosi una Juventus in formato europeo forse fin sorprendente per determinazione, personalità, qualità del gioco, intensità. E ha consacrato anche i singoli, sulla base dell’impatto avuto sulla partita: la seconda uscita bianconera in Champions ha confermato che il Milan ha probabilmente lasciato partire un po’ troppo a cuor leggero Pierre Kalulu. E che al tempo stesso le intuizioni di Giuntoli prima e di Motta poi hanno consegnato alla Juventus un difensore pronto subito per prendere in mano il reparto meno battuto della Serie A (zero gol subiti in 6 partite di campionato) e tra i più brillanti pure della Champions League, nonostante le due reti incassate alla Red Bull Arena.

L'infortunio di Bremer e la rinascita di Kalulu

Il destino poi, in quella serata di Lipsia, si è accanito contro Gleison Bremer: in un clima di festa per la strepitosa prestazione in terra tedesca, la doccia gelata è arrivata qualche ora dopo, con la sentenza della rottura del legamento crociato e relativo intervento chirurgico. Una mazzata per la difesa della Juventus e un contraccolpo psicologico devastante per i tifosi bianconeri, considerando quanto sia notevole l’importanza del brasiliano negli equilibri della squadra. Ma non tutti si sono lasciati prendere dallo sconforto nell’ambiente juventino. Di sicuro non è il caso di Thiago Motta.

Certo, la notizia del grave infortunio capitato a Bremer non può certo essere accolta con indifferenza, tutt’altro: tuttavia l’allenatore italo-brasiliano, che è solito affrontare con immutata serenità ogni situazione anche sfavorevole, ha predicato calma e fiducia totale nella squadra, così com’è. E la fiducia si propaga sui singoli interpreti, in particolare su chi dovrà in qualche modo non far sentire la mancanza dell’ex granata. È anche questa consapevolezza dell’allenatore ad accompagnare la decisione della società di non intervenire sul mercato degli svincolati, nonostante la possibilità - eventualmente - di poter sfogliare una margherita ricca di petali dal grande curriculum (Sergio Ramos, così per dire).

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Mercato e la visione di Giuntoli e Motta

Ma Giuntoli e Thiago Motta condividono la visione sull’immediato futuro della difesa, che non comprende un intervento prima di gennaio: poi, a mercato riaperto, si vedrà in base anche a risultati e prestazioni. Thiago vede in Kalulu il potenziale per sostituire Bremer: una perdita pesante, però il francese (che non è stato convocato da Deschamps in Nazionale) ha le carte in regola per raccoglierne il testimone sul centro sinistra della retroguardia a quattro bianconera. E l’ha già dimostrato nella notte di Lipsia, quando è entrato Gatti al posto dello sfortunato Bremer: Kalulu si è spostato verso sinistra, lasciando a Gatti la sua posizione naturale.

E gli interventi dell’ex milanista sono stati tanto determinanti quanto spettacolari. Più in generale la fiducia di Thiago Motta si allarga a macchia d’olio verso tutto il resto del reparto, ritenuto numericamente e qualitativamente valido per reggere l’urto tra campionato e Champions, almeno fino a gennaio: se la coppia formata da Gatti e Kalulu sarà quella titolare (anche se a Motta non piace tale definizione) la Juventus darà fiducia e più spazio ai vari Cabal, Savona, Rouhi, senza dimenticare l’esperienza di Danilo (che potrà tornare molto utile specialmente nelle partite di Coppa) e la versatilità di Cambiaso su entrambe le fasce. 

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A Cagliari intanto torna Weah

Domani all’ora di pranzo l’Allianz Stadium sarà esaurito in ogni ordine di posto: i tifosi bianconeri vogliono dare un abbraccio alla squadra dopo la grande vittoria in Champions League e prima della pausa di due settimane per gli impegni delle Nazionali. A Torino arriva il Cagliari a caccia di punti salvezza e Thiago Motta avrà due titolari in meno da poter schierare: se per il rientro di Bremer bisognerà aspettare la primavera inoltrata, per il recupero di Nico Gonzalez ci vorranno almeno tre settimane, con la super sfida contro l’Inter in testa come obiettivo. I due big si aggiungono ai lungodegenti Adzic, che punta a recuperare per dopo la sosta, e Milik, che ne avrà ancora per tre mesi dopo il nuovo intervento chirurgico. La buona notizia che arriva dalla Continassa è quella che riguarda Weah: il figlio d’arte è tornato ad allenarsi con il gruppo bianconero dopo aver assorbito il problema alla caviglia. E dunque si candida a ritornare nell’elenco dei convocati per la sfida di domani contro il Cagliari.

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La notte di Lipsia ha regalato ai tifosi una Juventus in formato europeo forse fin sorprendente per determinazione, personalità, qualità del gioco, intensità. E ha consacrato anche i singoli, sulla base dell’impatto avuto sulla partita: la seconda uscita bianconera in Champions ha confermato che il Milan ha probabilmente lasciato partire un po’ troppo a cuor leggero Pierre Kalulu. E che al tempo stesso le intuizioni di Giuntoli prima e di Motta poi hanno consegnato alla Juventus un difensore pronto subito per prendere in mano il reparto meno battuto della Serie A (zero gol subiti in 6 partite di campionato) e tra i più brillanti pure della Champions League, nonostante le due reti incassate alla Red Bull Arena.

L'infortunio di Bremer e la rinascita di Kalulu

Il destino poi, in quella serata di Lipsia, si è accanito contro Gleison Bremer: in un clima di festa per la strepitosa prestazione in terra tedesca, la doccia gelata è arrivata qualche ora dopo, con la sentenza della rottura del legamento crociato e relativo intervento chirurgico. Una mazzata per la difesa della Juventus e un contraccolpo psicologico devastante per i tifosi bianconeri, considerando quanto sia notevole l’importanza del brasiliano negli equilibri della squadra. Ma non tutti si sono lasciati prendere dallo sconforto nell’ambiente juventino. Di sicuro non è il caso di Thiago Motta.

Certo, la notizia del grave infortunio capitato a Bremer non può certo essere accolta con indifferenza, tutt’altro: tuttavia l’allenatore italo-brasiliano, che è solito affrontare con immutata serenità ogni situazione anche sfavorevole, ha predicato calma e fiducia totale nella squadra, così com’è. E la fiducia si propaga sui singoli interpreti, in particolare su chi dovrà in qualche modo non far sentire la mancanza dell’ex granata. È anche questa consapevolezza dell’allenatore ad accompagnare la decisione della società di non intervenire sul mercato degli svincolati, nonostante la possibilità - eventualmente - di poter sfogliare una margherita ricca di petali dal grande curriculum (Sergio Ramos, così per dire).

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