Juve, Yildiz e i suoi 'fratelli'
Gli esempi, in questo senso, non si estinguono certo qui. Lo stesso Savona, per esempio, non è stato utilizzato da titolare solo “una tantum” contro il Verona, ma gli è stata concessa una preziosa continuità con i 90’ collezionati anche di fronte alla Roma prima e al Napoli poi, avversarie di altro e alto rango. E il discorso, come si suol dire, arriva fino ai giorni nostri. Ovvero alla recente trasferta di Marassi, dove sabato pomeriggio Thiago Motta ha lanciato per la prima volta da titolare anche Rouhi, classe 2004. Confermando di voler puntare sui giovani al di sopra di ogni fisiologico errore e di ogni schizofrenica valutazione: lo svedese, in tutta sincerità, non è stato autore di una prova impeccabile contro il Genoa, eppure il tecnico italo-brasiliano gli ha garantito un importante carico di fiducia e di consapevolezza tenendolo in campo fino a un quarto d’ora dal termine, a risultato ampiamente acquisito.
Facile immaginare, ancora all’alba della stagione, che l’elenco dei giovani sulla via della valorizzazione – tecnica e, perché no, economica – non sia completo. Anghelé ha già vissuto l’emozione dell’esordio, nelle prossime settimane toccherà anche al montenegrino Adzic. Senza scordare che il virtuoso lavoro svolto in Next Gen ha già prodotto giocatori come Fagioli e come Yildiz. Ovvero, quest’ultimo, “semplicemente” il nuovo numero dieci della Juventus, nonché il simbolo del nuovo corso.
WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE